Come il museo aeronautico spiega e coinvolge. Pima a Tucson

Come il museo aeronautico spiega e coinvolge il visitatore fidelizzandolo? E’ semplice: smonta gli aerei/elicotteri e li mostra al pubblico. Nulla di più e di meno. In tale azione l’ex visitatore ora affezionato capisce, partecipa, chiede e si fidelizza. Passiamo subito a dei casi pratici.

Oltre agli aerei che esposti rullano anche sulla pista (già descritto in precedenti articoli) si passa all’importanza delll’officina. Si tratta di un ambiente che restaura rottami per farli volare o solo per esposizione statica. Anche questo tema è stato già affrontato in altri articoli, ricordando che il costo di gestione non può e deve superare il 15% del bilancio del museo.

A questo punto serve un passo in più per descrive come il museo aeronautico spiega e coinvolge. Il riferimento è all’apertura del mezzo alla visione e comprensione del visitatore.

Quello dell’apertura del mezzo è un tema già visto sia al museo di Valle (Az) nei pressi del Gran Canyon che in quelli a Chino. Per “già visto” s’intende descritto in precedenti articoli pubblicati sul tema. Oggi si desidera approfondire questo aspetto grazie all’esperienza maturata presso il museo di Pima a Tucson.

Dalle immagini esposte si noti come esiste una posizione panoramica d’osservazione del visitatore. Non solo, dall’alto è possibile visualizzare sia il mezzo (un B-17) sia al suo fianco lo spaccato operativo d’impiego del bombardiere. Quindi la localizzazione dei diversi elementi dell’equipaggio e le connesse funzioni.

Al contrario, perdersi nel tecnicismo dell’impiego del mezzo, vuol dire lasciarsi dietro una folla di persone che sarebbero potute essere fidelizzate. Si tratta di quegli stessi cittadini che voteranno il partito o il politico che chiederà e non otterrà finanziamenti adeguati.

Foto 1: visione contrapposta tra l’insieme del mezzo e suo “spaccato”

Seconda immagine per meglio evidenziare il confronto tra reale e spiegato

foto 3: a completamento della visuale

immagine 4: dettaglio dello spaccato

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2 comments

Silvio 21 Agosto 2018 - 19:02
Purtroppo in Italia i soldi sono pochi per mantenere al passo con i tempi i nostri musei, ci salviamo, se ci salviamo, solo grazie alla passione di chi gestisce queste strutture, che ci mette corpo e anima ma sono sempre meno questi piccoli eroi. Soldi, soldi, soldi ci vogliono e comunque quando ci sono, vengono spesi male. Naturalmente è solo una mia povera opinione.
Giovanni Carlini 22 Agosto 2018 - 8:30
grazie per il Suo intervento signor Silvio ma mi consenta di dissentire. Non è questione di soldi ma di coinvolgimento dell'utenza. I nostri musei sono "fermi" per cui non attraggono, non spiegano, non coinvolgono, quindi non arrivano i "soldi". Mi dica se sono stato capace di spiegarmi. In gamba.

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