Bilancio con dati a scelta. Prof Carlini

Bilancio con dati a scelta, un esercizio classico in previsione della maturità 2020 che per quanto orale comunque tocca l’argomento.

L’illusione degli studenti è che essendo orale l’esame di MATURITA’ non sia possibile chiedere di redigere a voce un bilancio con dati da scegliere.

ERRORE! Parlandone, l’esercizio si sviluppa nell’arco di 6-8 minuti (per chi è preparato) mentre diventa una ecatombe per i prossimi bocciati.

Chi si illude che alla maturità 2020 saranno tutti promossi?

Non si tratta di fare l’uccellaccio del malaugurio, ma di parlare a persone che dovrebbero dimostrare d’essere MATURE.

Si osservi in copertina al presente studio, il testo d’esame.

La prima cosa da fare con un esercizio di bilancio con dati scelti è LEGGERE attentamente ogni passaggio sperando vi sia contenuta la risposta.

Va notato come il testo ci dia lo Stato Patrimoniale dell’anno n1 dove manca il Conto Economico da redigere rispettando alcuni parametri.

E’ importante scegliere il parametro di partenza.

Il ROS è un rapporto tra reddito operativo (che non ho) e il totale delle vendite (che non ho) quindi non serve.

Il totale degli acquisti al 68% delle vendite (che mi ripeto: non ho) non mi serve, tanto meno il costo del personale pari al 25% degli acquisti.

Resta, per esclusione, L’INDICE DI ROTAZIONE che è pari a 1,3 in un rapporto tra il totale delle vendite e il totale delle fonti.

Il totale delle fonti o degli impieghi mi viene dato ed è pari a 730.000.

L’incognita “x” ovvero il totale delle vendite, diviso 730.000 è pari a 1,3.

Moltiplicando 730.000 per 1,3 = 945.000 che corrisponde a A1 nel bilancio civilistico.

ATTENZIONE: nell’elencare le varie voci nella A del CE non basta citare solo A1. A2 esprime la giacenza di magazzino che sappiamo pari a 105.000.

Il 105.000 proviene dallo SP come informazione. A seguire possiamo lasciare a zero A3 e A4 ma su A5 si consiglia d’indicare qualcosa.

La scelta su A5 è di 128.640 (inizialmente è stata di 200.000 poi corretta per quadratura con il ROS ottenuto il reddito operativo).

Conteggiato il VAORE DELLA PRODUZIONE pari a 1.182.660 ora il conteggio delle spese.

Il tema assegna il 68% delle vendite a B6 (totale degli acquisti) quindi applicato su 949.000 indica 645.320 euro

Per completezza aggiungo un B7 pari a spese per servizi di 200mila euro

Il B9 “a” è pari al 25% di B6 per cui abbiamo 161.320. Il B9 “b”, oneri sociali è pari al 40% di B9a ovvero il 30% dal datore di lavoro e il 10% a carico dei dipendenti.

Il B9 “c” ce lo offre la traccia d’esame pari a 12.400 che preleviamo dallo SP essendo l’anno 1 di esercizio dell’azienda.

Il B10 a e b (amm.to beni immateriali e materiali) viene considerato pari al 20% del totale indicato nello SP, ovvero 410.000 il che indica 82.000

Sottraendo al valore dalle produzione il totale delle spese emerge il REDDITO OPERATIVO pari a 18.980.

Per far collimare il reddito operativo con il ROS al 2% si è dovuto lavorare sull’importo di A5 che era 200.000 poi ridotto a 128.600 dettaglio già sopra anticipato.

Considerando le tasse al 40% del reddito lordo imposto una proporzione applicata sull’utile che mi offre il testo (8.500 euro).

40 per 8.500 il tutto diviso 60 = 5.666 arrotondato a 5.600.

8.500 + 5.600 = 14.100 pari al reddito lordo ante imposte.

La differenza tra 18.980 di reddito operativo e il reddito ante imposto è dovuto a interessi negati (C17) pari a 4.880. Fine del CE anno1.

Concluso il punto A del tema ora serve affrontare il punto B con un incremento delle vendite pari al 30% e tasse confermare al 40%.

Bene, procediamo!

L’incremento delle vendite del 30% porta l’A1 a 1.233.700. A seguire l’A2 leggermente aumentato a 120.000 e l’A5 ridotto a 30.000.

Il VALORE DELLA PRODUZIONE DIVENTA COSI’ 1.383.700

A scalare il B6 rapportato però al 55% di A1 perchè l’azienda migliora i suoi rapporti tra acquisti-produzione e vendita (compra meglio a buon prezzo).

Forse hanno licenziato il Resp. Uff. Acquisti o gli hanno fatto fare un corso di formazione.

Il B7 con un incremento del 30% delle vendite passa a 250.000.

B9 aumenta per l’assunzione di 2 nuove unità per cui sale a 200.000, ne consegue che B9 b è pari al 40% ovvero 80.000.

B9 c il TFR è conteggiato a 14.100 (che andremo a sommare a quanto maturato nell’anno 1 per avere il nuovo dato nell’anno 2).

Il Ro dell’anno 2 è così pari a 146.565 da cui si sottrae il 3% per interessi negativi corrisposto sul capitale di terzi che ammonta a 429.100

Arrotondo il 12.873 che deriva dal 3% dei capitali di terzi a 13.000 che sottratto al Reddito operativo (Ro) ci da 133.565.

Le tasse sono al 40% del reddito ante imposte quindi pari a 53.426 per un utile netto di 80.139. Fine del Ce dell’anno 2.

Per concludere serve lo SP

Partendo dalle FONTI, (chi ci ha messo i soldi) troviamo costante il capitale sociale a 280.000 a cui aggiungere come riserva legale l’utile dell’anno 1.

Aggiungendo al capitale sociale + riserve l’utile nell’anno 2 si ha un totale di 368.639. A seguire il TFR che è pari a 12.400 + 14.100 = 26.500

Infine il capitale di terzi. Si propone di conteggiare i debiti verso banche pari a 150.000, verso fornitori a 300.000 (elevato rispetto l’anno 1).

A seguire 10.000 euro sia per le tasse sia per i contributi e infine 40mila per debiti vari con un totale di 510.000

Il totale delle fonti è pari a 905.139 in elevazione rispetto l’anno 1 (era 730.000).

Infine gli IMPIEGHI (cosa ci hai fatto con i soldi) dove si mantengono gli impianti a 410.000 (se considerati come costo storico).

Altrimenti gli impianti (se accettiamo il concetto civilistico) vanno depurati dagli ammortamenti dell’anno 1 ovvero 410 – 82 = 328.000

Per naturale differenza con il totale degli impieghi, già conteggiato a 905.139 otteniamo l’ATTIVO CIRCOLANTE pari a 577.139

Nell’ambito dell’attivo circolante considerato il magazzino a 120.000 e il contante a 10.000 restano i crediti vs/clienti pari a 447.139.

Bingo! I crediti vs/clienti sono superiori ai debiti verso fornitori; i conti del bilancio tornano. Fine dell’elaborazione del passaggio 2 della traccia d’esame.

Per un senso di perfezionismo potremmo anche considerare (qui non fatto) i ratei e risconti attivi e passivi nell’ordine di 20mila euro nel bilancio.

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