B11 nel conto economico civilistico e riclassificato. Prof Carlini

B11 nel CE civilistico indica (cito testualmente dal Codice Civile) le variazioni delle rimanenze di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci.

Per CE s’intende il conto economico secondo i criteri dell’articolo 2425 del libro V° del Codice Civile.

Come sollecitato da Alice e altri studenti, serve un approfondimento rispetto a quanto già qui pubblicato precedentemente.

https://giovannicarlini.f.xeeve.com/articolo-2425-del-codice-civile-la-questione-b11-prof-carlini/

La questione riguarda il confronto tra la voce A2 collocata nei Ricavi del Conto Economico (definito Valore della produzione) e la già citata B11 che si trova tra i Costi del CE.

La voce A2 recita: variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione, semilavorati e finiti.

La destinazione tra la A2 e la voce B11 è così spiegabile: A2 per i prodotti che si trovano in magazzino pronti alla vendita e B11 per le materie prime nel ciclo di lavorazione.

Fin qui nulla di strano, entrambe le voci rappresentano un valore POSITIVO ovvero un Ricavo perché sono ricchezza.

L’azienda come ricchezza ha il fatturato (voce A1) il denaro in banca (che risulta dallo SP) e i prodotti come le materie prime.

Chiarito questo concetto sorge QUI il problema.

Una parte di questa ricchezza aziendale, in particolare le materie prime, il legislatore le ha certamente riconosciute come RICCHEZZA ma anziché sommarle in A2 le ha destinate in MENO DAI COSTI con la voce B11.

Mi spiego meglio.

Il valore positivo è stato spezzato in 2. Una parte (quella relativa ai prodotti in A2) e l’altra per le materie prime in B11 MA IN MENO SUI COSTI quindi resta un valore attivo.

Perchè questa differenza tra valori comunque attivi?

Il legislatore, sapendo che per falsificare il bilancio si agisce solitamente sul magazzino inventandosi di sana pianta quanto necessario, ha voluto “spezzare” i due valori.

Fin qui si capisce il senso, che vale certamente per il bilancio civilistico, ovvero il tipo di bilancio che serve per pagare le tasse.

Fermo restando che non si discute questa prassi sul civilistico, CAMBIA INVECE LA VISUALE SUL RICLASSIFICATO DEL CONTO ECONOMICO.

Il riclassificato non è fatto per il fisco ma per l’azienda, motivo per cui i “giochetti” da legislatore non servono in questo ambito. L’imprenditore non imbroglia (in genere ma tutto è possibile) se stesso.

Passando al riclassificato sarebbe ed è sano ricondurre la voce B11 nella A2 determinando una sola voce del resto complessivamente attiva.

Nella prassi del riclassificato, in vigore in questo momento, si prosegue a considerare la voce B11 tra i costi con segno invertito se le rimanenze finali sono maggiori delle finale, aggravando di complessità i lavoro di riclassificazione.

Perchè?

Quanto qui scritto è un contributo per riportare il bilancio riclassificato alla sua vera funzione di servizio all’azienda, dopo aver soddisfatto le necessità fiscali con il civilistico.

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