Apprendistato, un contratto non capito dalle PMI
L’Apprendistato, un contratto non capito dalle PMI anche perché non è stato spiegato. La legge esiste e molto sono le sentenze sull’argomento a sfavore degli imprenditori. Nonostante ciò, si prosegue a vivere nell’ignoranza delle regole di base. L’apprendista NON è un lavoratore a basso costo di contributi. In effetti tra un operaio a tempo indeterminato e un apprendista c’è differenza. Riguarda il costo in oneri pari a 28mila euro. Significa che le aziende spendono 28mila euro in meno in contributi per un apprendista. Di questo siamo tutti felici! Non basta però, manca un dettaglio costitutivo.
- l’imprenditore e il tutor mantengono la figura del BUON PADRE DI FAMIGLIA. L’apprendista va seguito e sostento perché è un ragazzo. Significa fare dei colloqui all’apprendista. Chiedergli come si sente. Fargli da balia! Appunto il ruolo di un “buon padre di famiglia”. A fine giornata, non si chiede a un dipendente a tempo indeterminato se è stanco. Lo si chiede a una ragazza apprendista! Infatti la V° sezione lavoro della Cassazione ha condannato un imprenditore per la morte di 2 operai. Entrambi su un’impalcatura, uno a tempo indeterminato e l’altro apprendista. La condanna è scattata non per l’operaio a regime, ma per il decesso dell’apprendista.
- l’imprenditore e il tutor, pur delegando la formazione all’ente pubblico, mantengono l’impostazione formativa. Tradire la base formativa significa snaturare il contratto di apprendistato. Questo significa che sarebbe saggio un registro, in azienda, dove annotare gli eventi formativi svolti. Indicare l’argomento della spiegazione, la data e le ore dedicate con entrambe le firme (apprendista e tutor). Ci sono sentenze che impongono la trasformazione del contratto d’apprendistato in tempo determinato. Questo dal primo giorno d’assunzione per aver mancato agli obblighi.