Anti europeismo, si parte dal 35% per organizzare la difesa della comunità. Chiunque si ponga queste domande diventa automaticamente anti europeista.
Anti europeismo, significa essere capaci di chiedersi il senso delle cose. Ad esempio:
a) la società aperta lo è verso cosa e chi?
b) quanta immigrazione è tollerabile?
c) l’accoglienza è scontata e automatica?
d) il salvataggio in mare è obbligatorio quando gli immigrati ci si immergono apposta?
e) quanta disoccupazione si può accettare in una società democratica. Anzi meglio detto: quanta disoccupazione tollera la democrazia.
f) le leggi francesi e tedesche sono state fatte anche per il popolo italiano?
h) cos’è un colpo di stato se non imporre gente non votata al governo? Vedi caso Italia. 2011 con il Napolitano, quindi ancora il renzi con napolitano.
Ancora una volta il mondo si divide in buoni e cattivi. Che noia, non s’impara mai! I cattivi sono quelli che pretendono, senza dare le risposte. In prativa per “cattivi” s’intendono i superficiali. Dogmatici. Non sanno rispondere al perché pretendendo “l’unione”. Unione di cosa e di che? Nessuno lo sa. Patetico dire, “stiamo nell’Europa”. Che significa? Tranne regole economiche nessuno ha mai spiegato il senso dell’Unione.
Un cittadino cosciente è un populista? Ebbene sia! Si parte dal 35% per domandarsi che tipo di qualità d’esistenza vogliamo. Chiunque si ponga le domande è per l’anti europeismo.