Violenza domestica, omicidi e femminicidi, cosa sta accedendo?
Violenza domestica. Muore lei e si suicida lui. Litigio tra ragazzi e ne muore uno. Il tam tam delle informazioni è sempre più assillante. La sensazione che si riceve dal quadro generale è che sia in netto peggioramento lo stile sociale di relazione. E’ vero o falso? Come tutte le argomentazioni complesse la verità non è mai nitida. Ad esempio nessuno ha saputo prevedere la Brexit, Trump e l’esito del referendum del 4 dicembre!
Perchè la stampa è cieca? In realtà un motivo c’è. L’eccessiva giovane età dei “giornalisti”. Ci troviamo con dei ragazzini che giocano a fare i grandi. Obiettivamente è giusto che un giovane si avvii alla carriera giornalistica purché impari! Attualmente i ragazzi sono stati elevati al rango di commentatori. Quest’accelerazione di carriera porta degli immaturi a discutere d’eventi complessi. Sulla violenza domestica e di genere, ad esempio, si sconta un bisogno di spettacolarizzazione. La testata di giornale, che non sa che dire, solitamente eleva la cronaca a fatto importante. E’ sempre accaduto e ora lo è in forma più massiccia.
Pur considerando l’esagerazione di stampa, oggettivamente un grave malessere sociale è in atto. Questo è vero. La violenza domestica e ogni altra forma di reazione nervosa sono diventati un linguaggio. La gente parla con isteria, nervosismo e stizza. L’immaturità relazionale parte dal disagio familiare e si trasferisce nella comunità. Fin qui è stato solo inquadrato il tema. Affrontata sia l’immaturità per inesperienza degli organi di stampa, sia l’effettiva presenza del dramma umano nella società, come si reagisce?
La noia è un malattia. Pochi lo sanno ma è vero. Non solo, è una malattia anche l’omosessualità. Su quest’aspetto gli strilli arrivano in cielo. E’ una malattia anche il non controllo dei nervi. Si chiama nervosismo, fino a diventare Parkinson e altre patologie.
Come si cura una malattia? Qui si entra in un altro campo che passa dalla sociologia alla psicologia e infine medicina. Potremmo dire che la società è malata? SI, la risposta è affermativa. La cura, purtroppo, non può provenire dallo Stato o dalla Medicina. Chi cura una società malata si chiama famiglia. Esattamente quel contenitore sociale che è stato così danneggiato negli ultimi decenni. Per aiutare la famiglia dobbiamo stabilire chi sia FAMIGLIA. Il singolo è una famiglia? Secondo me, no. Il singolo è spesso, se in età adulta, (over 45 anni) un disadattato sociale. Ecco che la violenza domestica assume un contorno completamente diverso rispetto le 4 urla tra coniugi che potremmo immaginare.
Concludendo, per curare la comunità allo sbando serve la FAMIGLIA. Assodato questo punto, passiamo a chiederci come aiutare degli adulti e dei minori a stare insieme. Aumentiamo l’accesso al web ad esempio? Ci interessa la quantità di disoccupati a spasso oppure no? Trascuriamo l’importazione d’immigrati clandestini e facciamo finta di nulla? La violenza domestica è sempre la risultate di un disagio più intenso e diffuso. Peccato che pochi l’abbiano capito.
Piccolo dettaglio. Uno dei padri fondatori della globalizzazione è il sociologo Anthony Giddens. Questo soggetto ha favorito lo sviluppo della globalizzazione per favorire l’immigrazione. Non solo. Ha visto nella globalizzazione il sovvertimento della famiglia! (pagina 346 del testo di Niall Ferguson, Soldi). Nel caso volessimo iniziare a dare un nome ai responsabili del dissesto sociale eccone uno: Anthony Giddens.