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Un punto di riferimento nel mercato USA per gli operatori italiani

by Giovanni Carlini
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Un punto di riferimento nel mercato USA. Nell’America dell’era Trump è tutto più difficile. Ciò significa che la necessità di un punto di riferimento è ora più importante rispetto al passato. Dal corrispondere all’estero Giovanni Carlini


Cercando un punto di riferimento nel mercato Usa. La ISSA è l’Organizzazione che raggruppa il 95% dei produttori di materiale di pulizia negli USA. Si uniscono nella stessa struttura anche il 50% dei distributori. Non ci sono altre organizzazioni di categoria del settore nel continente nordamericano. La considerazione che gli operatori italiani godono presso l’ISSA è molto alta. Ne consegue l’interesse per joint venture, collaborazioni come import ed export. Questa intervista è stata realizzata per capire i contorni di possibili collaborazioni.

Lo scopo di questi studi è semplice. Cercare un punto di riferimento nel mercato Usa per gli operatori italiani. L’idea su questo numero di una lunga serie d’interviste, coglie l’industria del pulito. Le imprese americane del settore “pulito” si ritrovano a Skokie, nella sede ISSA nella prima periferia a nord di Chicago. La ISSA impiega 25 persone e gestisce, per l’intero territorio del nordamerica. In particolare l’Associazione è costantemente impegnata nello stabilire le regole del mercato. Questo tra produttori, operatori e con la pubblica amministrazione. Tra i suoi scopi c’è anche il mercato internazionale.

Ecco che abbiamo scoperto il primo punto di riferimento nel mercato Usa: l’Associazione di categoria. 

foto 1: un esempio di pessimo servizio in Europa

foto 2: un esempio di testata intelligente

“Dimensione Pulito” si è recata a Chicago, per incontrare il vice direttore dell’ISSA John Garfinkel.

Domanda: quanto conta oggi nel mondo l’industria del pulito? Chi ha il potere di decidere ed influire su tutti gli altri? C’è ancora un monopolio statunitense ed europeo sul mondo?

Garfinkel: onestamente non abbiamo mai redatto una graduatoria tra settori industriali in Nord America. Per quanto riguarda il mondo non tutti beneficiano delle scoperte dell’industria aerospaziale ma tutti hanno bisogno di servizi/prodotti di pulizia. Il nostro esserci, nella società moderna, è per così dire “trasversale”. Siamo inclusi in ogni atto della vita personale e sociale di una collettività organizzata. Diciamo che siamo d’integrazione come scala d’importanza con l’industria alimentare.

Il fatturato dell’industria del pulito negli USA vale 25 miliardi di dollari come prodotti. Vanno considerati altri 175 miliardi di dollari come servizi resi ai clienti.

Dirle che l’industria del pulito vale negli USA 200 miliardi di dollari e quella aerospaziale 4.500 cosa significa? Ecco perché non abbiamo mai speso nulla per questo tipo di statistiche.

Sulla seconda domanda, posso affermare in piena serenità un concetto. Attualmente esiste sul mondo una certezza. I prodotti per la pulizia pensati, progettati e commercializzati da operatori europei e statunitensi sono determinanti. Il motivo va ricercato nell’impegno di questo tipo d’industria nella scoperta scientifica. Uno studio sempre più avanzato rispettando le diverse necessità tipologie di “ph” dei consumatori.

Il terzo mondo, i mercati emergenti e l’Asia, sono aree di produzione ma non ancora di ricerca scientifica pura. Da qui la loro assenza nel panorama produttivo di prodotti per la pulizia personale e d’ambiente.

Domanda: Quali sono i grandi nomi dell’industria del pulito negli USA? Quanti stabilimenti produttivi e depositi ci sono? e su che numero di livelli la filiera del pulito è organizzata?

Garfinkel: Negli Stati Uniti abbiamo due grandi aree: la produzione e distribuzione ed il settore dei servizi di pulizia. Nel primo ambito ci sono 1.500 produttori di cui il 95% associato all’ISSA e 9.000 distributori, associati il 50%. Nel secondo settore ci sono 85.000 building contractors ed un numero di circa 151.000 facility management. In pratica ci sono 2 aree e 4 specializzazioni. Indicativamente il 15% è occupato in produzione e commercializzazione (prima area) ed il restante 85% in ambito servizi.

Come linea di tendenza nel futuro ci sarà, nel secondo settore, un ampliamento nel numero d’operatori detti building contractors. Passeranno dal 36-38% al 45 per cento del totale degli attori di quest’area. Contemporaneamente, sempre nel settore servizi una contrazione della seconda categoria che passa dal 64-68% al 55. Si conferma una tendenza a consegnare l’onere delle pulizie fuori dalla propria struttura a ditte specializzate.

I grandi nomi del mercato sono sempre gli stessi. La loro maggiore concentrazione si ha intorno a Minneapolis nello stato del Minnesota, 750 km a nord-est da Chicago. In quell’area è stato costituito una sorta di distretto industriale come direste voi italiani. E’ lì che è facile trovare un punto di riferimento nel mercato Usa.

Domanda: quali gli scenari futuri per l’industria del pulito nel mondo e negli USA?

Garfinkel: la tendenza non è ridurre la componente chimica di prodotto, quanto modificarne l’effetto sul ph. In questo campo la ricerca, sia in Europa che negli USA è molto avanzata.

Domanda: quali programmi avete per il futuro?

Garfinkel: La ISSA è radicata in quello che abbiamo chiamato il primo settore, ovvero i produttori e distributori. Su un totale di 10.500 operatori i nostri iscritti sono 5.925 ovvero il 56,4%. A questo proposito desidero distinguere tra le due categorie. Su 1.500 produttori i nostri associati sono il 95%. Tra i distributori, su 9.000 gli iscritti sono al 50%. I restanti distributori rappresentano delle realtà locali molto piccole.

Va precisato comunque come non ci siano, negli USA, altre Associazioni in concorrenza con l’ISSA. Nei nostri programmi futuri non abbiamo previsto modifiche di fondo rispetto alla triade di servizi che offriamo. (Definizione di regolamenti di fornitura merce, formazione e assistenza all’import-export.

Domanda: quanta formazione per gli associati?

Garfinkel: con un budget di 200.000 dollari gestiamo la formazione su 3 livelli. In classe, on line e grazie a convegni. Su base annuale, abbiamo 2.000 unità formate sia attraverso il percorso di classe sia in convegni. 10.000 grazie alla frequenza di corsi on line. Al corso via internet si accede dopo aver seguito generalmente un iter formativo in classe.
I partecipanti pagano una quota, che assicura all’ISSA il solo ed esclusivo pareggio di bilancio. Praticamente ogni anno 14.000 persone tra dirigenti, quadri ed operatori, vengono da noi aggiornati.

Domanda: quanto vale l’import?

Garfinkel: le importazioni sono di 3,5 miliardi e l’export vale 2 miliardi.

Domanda: quali macchinari producete oggi negli Usa e quant’è il loro peso in % sul totale del fatturato?

Garfinkel: Si tratta di un giro d’affari pari a 1,7 miliardi di dollari, pari al 7,5% del totale.

Domanda: desidera lanciare un messaggio ai produttori italiani?

Garfinkel: Il vostro mercato, unitamente a quello tedesco e britannico, è tra i più organizzati del mondo. Guardiamo con grande interesse ad ogni vostra azione. Un plauso va all’Afidamp che sa essere un valido interlocutore con le associazioni estere.

Se un operatore statunitense vuole contatti con un’azienda polacca o egiziana, raramente chiama e cerca accordi diretti. A volte lo fa, ma a suo rischio e pericolo. Abbiamo molti casi d’insolvenza internazionale. Al contrario ricercare un rapporto commerciale significa passare attraverso un interlocutore “super partes”. Ecco il ruolo dell’Afidamp in Italia o dell’ISSA negli USA. Questo vuol dire un punto di riferimento nel mercato Usa come quello italiano.

Queste strutture indirizzano e proteggono i contatti senza orientarli. Dal contatto ottenuto, tramite l’associazione, deriva anche l’assistenza bancaria e quindi assicurativa. In pratica come dite voi italiani, la regolamentazione del commercio è civiltà. Infatti la Cina non è un’economia regolamentata.

A questo punto si pone un quesito: la regolamentazione del mercato è progresso o un legaccio? La nostra idea è di collaborare con voi italiani, grazie all’Afidamp. Concludendo qual è il mio messaggio agli operatori italiani? Capiamoci di più, incontriamoci e lavoriamo insieme, non solo nell’import/export, ma su scala globale. 

Dal testo emerge chiaramente che abbiamo trovato un punto di riferimento nel mercato Usa.

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