Un cappello pieno di ciliege – Oriana Fallaci
Libro postumo della Fallaci su 2 volumi. Un cappello pieno di ciliege si configura come una biografia per interposta persona. Da notare come siano le ciliege e non ciliegie; c’è una vocale di differenza. Il correttore insiste e si è aperta una guerra tecnologica sulla singola parola.
Non è facile leggere questo testo benché sia un romanzo. I frequenti richiami storici impongono molti approfondimenti rallentandone lo sviluppo. Dove si trova esattamente Curatone e Montanare ad esempio, luoghi di battaglia della prima guerra d’indipendenza. A seguire la perfidia dei regnanti dell’epoca. La crudeltà degli eserciti vittoriosi verso le donne del vinto (Milano 1848 e Livorno). Insomma, si vorrebbe una lettura rilassante e invece ci si cala in un inferno. Le diverse storie degli avi della Fallaci sono belle ma drammatiche, tristi e intense. Osservare così il decorso delle vite fa riflettere su cosa sia realmente importante vivere in questa esistenza.
La riflessione che emerge dal libro, Un cappello pieno di ciliege, non è concentrata sulle storie narrate, ma rivolta alla nostra storia. Siamo certi di cogliere la parte più intensa della nostra vita o stiamo perdendo tempo?
Con un dubbio di questo tipo, che si rinnova in ogni pagina, la lettura del romanzo “è pesante”. Alla fine del primo volume s’impone una revisione a se stessi. L’applicazione degli spunti si concentra sul calare il nervosismo aprendo di più la mente. Infatti noi non leggiamo ma guardiamo (ne è una prova internet). Non pensiamo, ma ci compiacciamo dell’intuito. Pensiamo senza riflessione. Questo uccidere l’uomo è il cancro della globalizzazione e del social network. Nessuno ci fa caso o al massimo si risponde con una scrollata di spalle: chi se ne importa! Intanto il 42% di divorzi. Il 60% d’abbandoni nelle coppie non coniugate. Una sessualità consumata e non capita. Figli non educati. Coniugi che tradiscono per sentirsi vivi. Ecco cosa emerge dalla biografia della Signora Fallaci. Buona lettura.