L’Unione Europea, detta comunemente Ue, è definibile ancora una buona idea?
L’Unione Europea, ex MEC, quindi Ue, già CEE è considerabile una realtà adeguata ai nostri giorni globalizzati e in crisi economica dal 2007? Il quesito è legittimo, non solo per la permanente crisi della Grecia e per l’incapacità di gestire l’assalto dell’immigrazione clandestina all’Europa, ma in prospettiva del referendum britannico fra un mese. Se la Ue possa sia adeguata e la risposta corretta agli attuali problemi è da ritenersi un falso quesito, nel senso che è decisamente mal posto perchè serve distinguere i concetti dalle sue applicazioni.
L’IDEA EUROPA E’ SANA E TALE RESTA DAL 1950 AD OGGI, diversa è la sua applicazione concreta.
Questo è il tema. A fronte di un’idea valida ci troviamo con un qualcosa che non funziona o non è più adeguato alle nuove necessità. Questo si ritiene sia il primo punto fermo per ragionare intorno all’ipotesi “brexit”. Nel caso si ritenga oggettivo che l’Unione Europea così applicata non possa proseguire, la domanda successiva è: la UE è riformabile o conviene “azzerare” quanto fatto sino ad ora a livello politico ed istituzionale e ripartire da zero?
La risposta al secondo quesito segue l’indole personale, per cui francamente possono essere validi entrambi i percorsi. Una cosa è certa, l’abolizione dello Stato come organismo fondamentale di relazione con il cittadino è stato un errore. 27 nazioni che collaborano alla Ue sono spesso 27 lingue e storie diverse che non possono essere uniformate. Infatti non esiste neppure un contratto di lavoro valido per l’intera Europa comunitaria, non ci sono programmi scolastici concordati, non c’è una polizia e un esercito unitario: in pratica c’è solo la moneta unica che spesso ha prodotto dei gravissimi danni ai paesi del Sud Europa.
In ogni caso è saggio riabilitare la funzione dello Stato come organo di raccordo dei cittadini. Questo significa che se l’Austria (ma in realtà la Polonia, l’Ungheria, la Slovenia e l’Inghilterra) non vogliono flussi migratori illegali non è possibile sanzionarli perchè questo significa affossare la politica e la capacità di decisione delle comunità. A questo punto non stiamo più parlando di greexit o di brexit ma dell’uscita in massa di molti stati da un qualcosa che non sta in piedi: la Ue.
In queste condizioni è auspicabile che la Gran Bretagna, nella sua autorevolezza, dia la prima spallata alla fine di un modello d’Unione Europa giunto alla sua fine, a cui è corretto seguano anche gli altri Stati. Con l’uscita dell’Inghilterra dalla Ue è facile prevedere almeno 10 anni di crisi e incertezza per rilanciare un’Europa comunitaria 2. In realtà stiamo aspettando non tanto la caduta dell’idea di Ue che abbiamo sotto gli occhi, quando la nascita di un nuovo modello comunitario. Del resto anche negli Stati Uniti sta emergendo un nuovo modello politico incarnato nel Signor Donald Trump, che facilmente sarà il prossimo presidente per almeno 8 anni.