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Trump si, Trump no. Prof Carlini corrispondente

by Giovanni Carlini
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Donald Trump: cosa rappresenta la sua candidatura a Presidente degli Stati Uniti d’America?

La più eccitante elezione Presidenziale del mondo si trova oggi negli Stati Uniti.

Donald Trump è finalmente giunto alla soglia dell’investitura del partito a candidando presidenziale.

Probabilmente a novembre sarà anche Presidente.

Lo sarà per un motivo semplice, Trump è la politica di movimento, l’antipolitica, la discussione e la rimessa in gioco di valori che si forza nel darli per scontato. Trump vince per questo. Nel resto del mondo e in Italia in particolare, la stessa immigrazione clandestina, ad esempio, è scontata come se fosse un valore quando in realtà è un’imposizione. La stessa Ue non è stata capace d’aprire un dibattito tradendo la democrazia per cui emergono figure come la Signora Le Pen che avrà il suo momento politico di successo (glielo si augura).

A questo punto nel mondo impazza la domanda chi sia questo Trump e se meriti d’essere al capo della democrazia nel mondo. Credo che la domanda sia mal posta. In realtà quanto ha detto e fatto fino ad ora il Signor Trump conta poco, il concetto è quale squadra di governo saprà mettere insieme e intorno a lui. Ecco il punto! Il Presidente è certamente il motore di un meccanismo politico molto delicato, ma resta tale; non potrebbe muoversi senza la carrozzeria, le giunzioni, il manubrio etc. Fino ad ora abbiamo compreso e molti lo temono, la capacità di messa in discussione di concetti imposti nella democrazia moderna da parte del candidato repubblicano alla Casa Bianca nelle elezioni Presidenziali del 2016. Nessuno sa, ad oggi, come si concretizzeranno le scelte nella politica del lavoro in un prossimo esecutivo repubblicano che così bene ha saputo definire il Signor Bernie Sanders (peccato che sia democratico e non possa-voglia collaborare con i repubblicani, vittima di uno steccato ideologico ancora pensante che grava su tutta la sinistra nel mondo). La lista potrebbe proseguire.

Una cosa è certa, la valutazione politica del candidato repubblicano alle elezioni 2016 non può più essere fatta solo sui suoi comportamenti (ormai è acqua passata) ma sulle sue scelte di squadra di governo prossime venture.

Forza Trump!

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