Today is 9/11 noi ricordiamo e facciamo memoria di questo valore. L’11 settembre rappresenta ancora il wake up dell’Occidente come scrisse Oriana Fallaci.
Today is 9/11 e viene scritto nel 2018 a distanza di molti anni da quei fatti con sentimento immutato. Chi alimenta questo bisogno e voglia di ricordare è l’immigrazione senza controllo che l’Occidente subisce. Da anni, senza logica apparente, l’Occidente è preso d’assalto da un’immigrazione occupazione. Si, perchè questa gente arriva e occupa uno spazio culturale che non ha conquistato nella sua storia, imponendo la propria legge.
Il riferimento è a quei quartieri, delle città occidentali, dove la massa d’immigrati impone la religione islamica e la sharia.
Quale la relazione diretta tra il today is 9/11 e l’immigrazione? Apparentemente sono due fatti storici scollegati nel tempo e logica. Invece l’uno alimenta l’altro. L’immigrazione accende lo scontro culturale il che richiama immediatamente l’11 settembre.
L’attentato e le guerre che sono seguite all’11 settembre hanno una logica se letti nel contesto dello scontro culturale. Queste parole sono volutamente evitate da ogni commentatore politico, pur rappresentando la base del confronto. Chi ha attaccato gli Stati Uniti non lo fece solo per odio verso gli americani, ma per necessità di controllo all’interno dell’Islam. Ci andò di mezzo New York, ma il terreno di lotta fu ed è ancora l’Islam.
Il mondo islamico dorme un sonno profondo dal 1500. Da questo grigiore culturale l’Occidente è decollato a partire dalle paci di Vestaflia del 1648. Con la nascita dello Stato Moderno, l’Occidente si è distinto tra le 9 culture del pianeta. Tra tutte le 9 culture, solo l’Islam ritiene che l’infedele sia un nemico, da qui lo scontro culturale.
Non c’è scontro culturale con gli ortodossi, neppure con gli indiani dell’India o buddisti. A seguire non c’è alcun scontro culturale (caso mai commerciale) con i sinici e nipponici. C’è scontro con gli islamici per la loro necessità di perseguitare l’infedele.