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Titoli e quarti di nobiltà culturale. Capitolo 1°. La distinzione di Bourdieu

by Giovanni Carlini
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Titoli e quarti di nobiltà culturale. Capitolo 1°. La distinzione di Pierre Bourdieu.

Titoli e quarti di nobiltà culturale è il titolo del primo capitolo nel libro La distinzione. Come noto è sforzo di questo sito riassumere pagina per pagina il noto libro di Pierre Bourdieu. Il motivo rinvia all’importanza che IL CONSUMO E IL GUSTO rivestono nella società moderna. Un’importanza aggravata ancor di più in era globalizzata. Veniamo al punto. Afferma Bourdieu: la sociologia evolve in socioanalisi quando analizza il concetto di GUSTO.

Il GUSTO è uno degli indici più sicuri della vera nobiltà. Da qui nasce una guerra sociale per sganciarsi e staccarsi dagli altri, riconoscendosi “casta”. Il consumo non è più il bisogno semplice di un qualcosa, ma l’esibizione cattiva di uno status sociale sugli altri.

Il guaio è che il consumo e il GUSTO fanno rima con CULTURA. Qui le cose si complicano, perchè “l’essere culturale” (per l’autore) è un soggetto altamente scolarizzato. Detto in altri termini, o hai studiato e hai i titoli accademici, oppure non hai gusto. Questa è l’analisi “antipatica” che emerge dal primo capitolo del testo. Scuola = titoli = cultura = gusto = quindi classe e livello sociale.

Cosa fanno coloro che sono privi di titoli accademici? Per loro (il 75% della popolazione giovanile italiana di oggi) c’è un premio di consolazione. Infatti il gusto si tripartisce tra legittimo, medio e popolare. Per il gusto legittimo c’è un percorso istituzionale formale da seguire. In pratica puoi apprezzare l’arte, la musica e la pittura, solo se insegnate. Ancor peggio, si’mpara a scuola, solo se la famiglia ha saputo trasmettere un opportuno capitale culturale.

A questo punto si comprende il senso del nome del capitolo: Titoli e quarti di nobiltà culturale.

Bourdieu ritiene l’arte, quella vera, nei termini di pittura e musica. Chi non sa riconoscere il nome degli autori classici, non può far parte del gusto legittimo. Interessante un passaggio esplicativo sul cinema. Emerge che per discutere di registi e pellicole, non sia sufficiente “andare a vederle” quanto studiare. Qui una riflessione drammatica. L’autodidatta diventa ridicolo quando esce dal suo ambito perchè non riconosciuto.

La cultura ufficiale inibisce e punisce l’autodidatta. Il concetto è che il titolo scolastico è garanzia dell’attitudine ad adottare una disposizione estetica valida e condivisibile.

Nel riassunto di queste prime 20 pagine su 100 del primo capitolo, emerge un Bourdieu “antipatico”. E’ vero. Il sociologo francese ha saputo affermare concetti non graditi.

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