The Queen; a volte accade che s’inventi di sana pianta il mito e in questo caso attraverso l’evento mediatico. Peccato, dispiace che si monti clamore su un fatto, di per sé naturale, però “l’evento” in genere piace tanto in particolare al genere femminile.

La motivazione a questa riflessione emerge dalla domanda: vieni con me a Londra a rendere omaggio alla Regina appena deceduta? la risposta è no, no e poi no, ovvero, andiamo pure a Londra, ma io mi dedico alla visita dei musei e tu vai dove credi, ma io a rendere omaggio alla Regina non ci vado per diversi motivi:

  • la Regina d’Inghilterra non ha espresso nulla a livello concettuale se non incarnato il simbolo dell’unità della Nazione, ruolo che ha svolto bene, ma resta in ciò un fatto limitato al suo paese che non coinvolge la mia cultura, sensibilità e interessi;
  • non capisco quest’interesse popolare, diffuso, emotivo, tale da formare chilometri di coda. Forse è del genere “io c’ero?” motivo per scattare qualche immagine da far vedere agli altri oppure sentirsi di partecipare a qualcosa d’internazionale? Comunque si tratta d’esibizionismo e superficialità concettuale;
  • applicare la regola di restare sempre lontani dai grandi eventi mediatici perchè costruiti al fine di diffondere uno spessore che evidentemente prima non c’era! Ecco cosa nasconde l’evento mediatico! Ciò non significa disertare sistematicamente tutti i grandi eventi, assolutamente!
  • La caduta del muro di Berlino, ad esempio, rappresentò un concetto e quindi un valore, motivo per cui l’eventuale presenza sul luogo ha senso.
  • Un funerale a un Presidente degli Stati Uniti deceduto per attentato (vedi John F. Kennedy) ma anche suo fratello Bob, furono eventi concetto che meritarono e ancor oggi sono segno di un valore.
  • La conquista della Luna fu un evento concetto.
  • La morte di un intero equipaggio spaziale fu un evento concetto.
  • L’11 settembre indicò la persistenza dello scontro tra culture e così via. 
  • L’evento concetto con annesso spessore valoriale, merita partecipazione e interesse, ma un fenomeno da baraccone come quello della morte naturale di una simpatica Signora di oltre 90 anni, francamente trova il tempo che può.

The Queen è morta, W il Re che lo sostituisce (è la vita, c’è poco di concettuale o valoriale da celebrare)

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