Teoria della utilità in Micro: un pianto greco che si eleva dagli studenti. Probabilmente viene spiegata male.
Per teoria della utilità qui non si vuole ripercorrere i concetti noti che riguardano la rappresentazione grafica dell’utilità totale e marginale.
Se siamo giunti a questo livello vuol dire che lo studente ha già compreso le parti dottrinali e si trova in crisi nell’applicazione pratica.
Passiamo all’attacco: l’U (utilità) dei beni di cui stiamo discutendo, la x e la y, quindi prima s’indica l’ascissa e poi l’ordinata sono U (x,y).
Significa l’Utilità di x e y si esprimo in un certo modo che ora indico.
Il caso U (x,y) = x + y indica una funzione d’utilità lineare.
In queste condizioni si tratta di beni perfetti sostituti con un saggio marginale di sostituzione costante (il che non vuol dire pari a 1).
Ecco la rappresentazione grafica di una utilità lineare con la somma dei beni (qui i numeri indicano dei valori che sono stati a priori indicati ma qui non pertinenti al momento).
Nel caso diverso di una U (x,y) con xy con il prodotto, potremmo avere beni complementari.
Quando siamo con beni complementari ci si esprime con un minimo scritto come min. Si osservi la grafica.
Quindi avremmo U (x,y) = min, parentesi graffa, x,y, chiusa parentesi graffa. Si vedano le due immagini:
Si osservi quest’altra funzione di U (x,y) = 2x + radice quadrata di y.
Qui anzichè spaventarsi basta solo guardare e applicare
U (4,9) = 2x + radice di y ovvero il paniere con 4 tramezzini e 9 cosce di pollo genera un’utilità di 4*2 = 8 + radice di 9 = 11.
La teoria della utilità non è stata inventata per turbare il sonno degli studenti!
Un’U (x,y) = radice quadrata di xy
Nel caso di prima con U (8,2) sarebbe 8*2 = 16 che sotto radice indica 4. Oppure con U (5,5) corrisponde a 5*5 = 25 che sotto radice indica 5.
Sono stati esaminati 4 casi della teoria della utilità.