Taccuino americano 2019, un’altra avventura sbirciando nella Nazione più potente al mondo. Gli Stati Uniti sono i più ricchi sul pianeta perchè ospitano un popolo che sa porsi in discussione. L’Italia e gli altri Paesi non hanno questo dono.
La puntata di oggi del Taccuino americano narra di un’esperienza singolare. Per svariati ed eccezionali motivi mi sono trovato per strada, in auto da mezzanotte alle 5 del mattino sulla I15, nel tratto Las Vegas- Los Angeles.
Partito da Victorville a mezzanotte, in un’ora e mezza ho raggiunto l’aeroporto di Los Angeles (LAX) percorrendo 100 miglia. Un record: mai accaduto che in così poco tempo fosse possibile tagliare fuori un traffico solitamente eccezionale.
Al rientro da LAX, partito alle 3 del mattino sono effettivamente giunto a casa alle 4.30 impiegando ancora un’ora e mezza nel rientro. Ciò che invece mi ha veramente stupito è stata la fila di autovetture nella direzione di Los Angeles alle 4 del mattino!
Esiste un esercito di persone che nel cuore della notte è in auto per coprire quelle 100-150 miglia nel raggiungere il posto di lavoro. Dal punto dove ho inziato a trovare la coda a scendere, mentre io salivo verso le “terre rosse”, arriveranno in città per le 5.15-5.30.
La sorpresa è vedere questo “popolo” che si sposta per andare al lavoro nel cuore della notte.
Solitamente trovarsi sul posto di lavoro alle 05.30 del mattino non comporta una paga importante. Questo è scritto senza alcun intento razzista ma con tanto rispetto.
Appunto per questo, sapere che c’è una fiumana di miglia e miglia di autovetture con un solo guidatore, che nel cuore della notte viaggia per lavorare a basso reddito e ogni giorno, lascia in attenzione.
Uno sforzo di questo tipo impone onore al concetto stesso di lavoro.
E’ probabile che anche in Italia ci sia un movimento notturno di massa al lavoro. Il guaio è che di questo sacrificio non ne parla nessuno.
4 comments
Buongiorno Professore,
conosco il terribile traffico che orbita intorno alla contea di Los Angeles. Non ho mai testato quello notturno, ma, purtroppo, molte volte quello diurno, soprattutto dopo le 17.00.
Non credo in Italia ci sia un marcato traffico autostradale attuato dai cosiddetti pendolari, in Italia usano per lo più i treni oppure i mezzi pubblici su gomma.
Io sono lombardo e devo dire che la tratta ferroviaria che parte da Mantova, attraversando Cremona e Lodi con ultima destinazione Milano, è super frequentata dai pendolari per lavoro, ed è assolutamente trascurata da “Trenord” che la gestisce.
Ogni giorno convogli in ritardo o mancanti, oppure con aria condizionata o riscaldamento non funzionanti, senza mettere in conto le centinaia di “migranti clandestini” che ne usufruiscono senza pagare il biglietto…….
Ovviamente i sindacati fanno orecchie da mercante, e non agiscono con i mezzi messi loro a disposizione dalle leggi, preoccupandosi soprattutto di fare politica a senso unico fregandosene dei problemi dei lavoratori, pendolari in questo caso.
Pertanto a tutti coloro che ogni giorno devono sobbarcarsi ore ed ore di disagi in treno per poter lavorare, sottraendo questo tempo alle loro famiglie od ai loro passatempi, va tutto il mio rispetto e comprensione.
Il “bonus” che si ha a vivere in piccole città, ancora a misura di uomo, molte volte lo si paga con il dover andare nella metropoli per poter lavorare.
è un onore accogliere il Suo commento in questa rubrica di riflessione. Le Sue sono sante parole in concetti profondi e degni di vivere dentro di noi come stimolo per essere migliori. Grazio Signor Rebessi.
Grazie Prof di condividere con noi questa esperienza…io faccio 100km al giorno per raggiungere il mio ufficio…e le posso assicurare che percorre ogni giorno con nello e cattivo tempo la stessa strada ti porta a pensare, guardarti intorno e accorgerti di quante persone sono lì come te, seduti in colonna, assopiti da mille pensieri…. perché la macchina il suo involucro conosce tutto di te…..pianti o risate e canzoni a squarciagola…..ma è la nostra quotidianità ……..il nostro inizio di una lunga giornata che ci riporta sulla stessa strada nel ritorno verso casa…. grazie prof…alla prossima avventura….
grazie Signora per quanto mi scrive, mi fa sentire uno di Voi!
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