Studenti bocconiani esposti a cultura incompleta. Questa è la sintesi della presente riflessione. Ovviamente un ragionamento di questo tipo rischia di rappresentare una generalizzazione e tale non vuole essere. Certamente il rischio c’è ed è concreto, ma va corso in nome della cultura.
Recentemente ho insegnato Ragioneria a diversi studenti dell’Università Bocconi di Milano. In realtà, secondo la moda imperante, si deve dire “economia aziendale” e non ragioneria. Praticamente, pur di ricercare novità a tutti i costi, si cambiano i nomi anche a ciò che è in vigore da 700 anni (che società malata!). Non c’è pace neppure per la Ragioneria!
Ai ragazzi e ragazzi ho quindi spiegato l’ABC del bilancio aziendale.
Si tratta del concetto di patrimonio e ricchezza.
Quindi ho proseguito con i conti economici e finanziari.
Infine il piano dei conti, matrici e scritture di contabilità in partita doppia.
Notando la totale impreparazione dei figlioli, nonostante avessero seguito un corso specifico in facoltà, viene naturale una domanda. Perché (chiedo agli studenti) siete così impreparati?
In realtà aggiungo: provenite da una delle più prestigiose università del Paese, avete pagato così tanto e sapete così poco?
Gli studenti si sono risentiti all’osservazione, in pratica offesi e hanno preferito andarsene senza proseguire le successive lezioni.
Analizzando il comportamento di questi figlioli, emerge un comportamento comune. GLI STUDENTI NON HANNO COMPRATO UN CORSO UNIVERSITARIO, MA UNO STATUS SYMBOL! Una volta che vengono “scoperti” nel bluff si eclissano indignati.
Considerato che questo comportamento è molto diffuso nasce una riflessione.
Veramente si va in giro sbandierando la laurea in Bocconi anziché presso la Cattolica o la Statale come Bicocca o Iulm? Pare di si. Il guaio però è che a tale “sfoggio” non corrisponde a reale conoscenza e preparazione.
Peccato che una Università si sia ridotta a un circuito di moda. Qualcosa che serve da esporre per riempire un vuoto esistenziale. Non mi pare sia così per le altre Università di Milano e Torino che conosco per essermici laureato.
Quanto qui scritto non coglie le altre materie (al momento) limitandosi alla ragioneria detta economia aziendale. Che tristezza: la cultura in mano a degli analfabeti emotivi.