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Storia sociale della guerra: la falange

by Giovanni Carlini
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Storia sociale della guerra – Richard A. Preston e Sydney F. Wise Riassunto capitolo 2 – La guerra classica: l’età della falange

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La storia dell’Occidente inizia in Grecia 2000 anni prima di Cristo.

Furono i Micenei a dar vita all’idea di Grecia classica. Nel 1400, a.C. invasi dai Dori forti di armi in metallo contro quelle di legno nacque la città stato.

Prima di descrivere la parte militare della storia greca, credo sia saggio inquadrarla:

  1. uno scontro tra greci e persiani (Serse fu il re di Persia all’attacco). Il periodo ruota tra il 490 a.C. e il 479 a.C.
  2. segue una guerra tra greci. Precisamente Troia contro Atene. Lo scontro si distribuì nella famosa guerra del Peloponneso (431 a.C. e il 404)
  3. Dopo diverse vicissitudini interne, ancora uno scontro tra greci. Questa volta furono i macedoni contro tutte le città stato. Vinse Filippo 2° con la battaglia di Cheronea nel 338 a.C.
  4. Infine la Magna Grecia, unificata da Filippo 2° contro i Persiani. Qui il leader macedone (o greco) fu Alessandro contro Dario a Guagamela il 1° ottobre 331 a.C.

Tutti questi passaggi verranno ripresi nel corso del testo.

La cultura greca si tradusse in termini militari nella falange.

Si trattò di una struttura armata, molto compatta idonea allo scontro. L’impatto e la successiva resistenza tra falangi nemiche, avrebbe determinato l’esito del conflitto. La strategia non previse l’inseguimento del nemico e neppure l’assedio delle città! La falange restò così sempre una risposta militare in difesa. Non solo, ma nonostante l’orografia dell’ambiente ellenico, la falange fu pensata per agire solo in pianura.

Si vengono così a sommare molte contraddizioni. La guerra classica si limitò alla stagione del raccolto per occupare gli spazi produttivi del nemico. Fu difficile pensare alla continuità del combattimento in carenza d’eserciti professionali. Va notata anche l’assenza della cavalleria nell’esercito delle città stato, non essendoci pascoli adeguati.

Dove i greci e Atene cercò sfogo, fu nella flotta per rispondere al primo grande attacco alla cultura greca: i persiani condotti da Serve. Mitico è il ricordo del film “300”. Qui vanno individuate 4 battaglie che furono:

  • 490 a.C battaglia di Maratona;
  • 480 a.C. battaglia delle Termopili;
  • 480 a.C. scontro navale a Salamina;
  • 479 a.C. battaglia di Platea.

La più corretta strategia per colpire i persiani fu tagliare il loro supporto logistico navale. Atene organizzò, tramite la Lega di Delo, una catena di sostegno e finanziamento, tra le diverse città stato, per allestire la flotta. Forzando la situazione, gli stessi finanziamenti non terminarono con la conclusione del pericolo persiano. Chi non si adeguò, fu costretto a farlo. La figura centrale di quel periodo fu Pericle.

Le novità giunsero nello scontro tra Atene e Sparta, nella Guerra del Peloponneso (431-404 a.C). La vittoria su Atene avvenne a Siracusa nel 413 a.C. Qui i troiani introdussero 2 novità:

  • la torsione della falange per attaccare il fianco scoperto del nemico (il lato destro)
  • l’uso della cavalleria leggera per disperdere il nemico dopo aver rotto la falange.

Sono quelle novità che portarono Sparta a dirigere la confederazione ellenica. Il guaio fu che la dirigenza spartana non venne preparata alla direzione politica. Subentrò quindi Tebe.

Successivo ai 2 scontri tra culture:

  1. greci contro persiani;
  2. quindi spartani contro ateniesi;
  3. giunse quello con i Macedoni.

L’idea fu d’unificare tutta la Grecia. Filippo 2° e poi suo figlio Alessandro ne furono i protagonisti.

I macedoni s’imposero nella battaglia di Cheronea nel 338 a.C. introducendo delle grandi novità che furono:

  • l’uso della cavalleria leggera e pesante;
  • la presenza della fanteria leggera e pesante;
  • l’insieme di questi 2 aspetti affermò nella storia una novità: il primo esercito equilibrato. Questa struttura militare seppe agire sia in attacco sia nella difesa. Una vera rivoluzione!
  • giunsero a maturazione le torri da assedio nell’esercito macedone;
  • quindi si perfezionò la guerra navale;
  • l’esercito macedone fu la prima forza armata permanente. Ciò consentì campagne militari prolungate nel tempo. Qualcosa che mai era avvenuta. Non solo. Gli uomini furono armati con lance molto lunghe (le salisse, di 5,50 metri e di 6,5 kg di peso). Questo consenti un risparmio di peso sui pesanti scudi di bronzo. La compattezza di 50 soldati, fu in grado d’offrire alla falange un’effettiva protezione. La tecnica di combattimento fu di far calare progressivamente le salisse come la prima linea impattò con il nemico. Ciò produsse viva preoccupazione negli avversari.

Con queste premesse, Alessandro, figlio di Filippo 2°, vinse sui persiani a Guagamela il 1° ottobre 331 a.C. (dalle parti di Mosul, sul fiume Tigri) Questa vittoria aprì il Medio Oriente all’influenza greca e quindi successivamente al cristianesimo.

Relativamente alla figura di Alessandro Magno e alle sue gesta, vanno ricordati alcuni passaggi importanti.

  1. Alessandro è stato veramente innovativo perché ha rappresentato il vero prototipo del comandante. A ciò aggiunse anche un’oggettiva capacità di governo che mancò ai suoi discendenti da cui l’integrale perdita dell’Impero.
  2. E’ importante ricordare come nell’assedio di Tiro (città fenicia) seppe ordinare la costruzione d’opere d’ingegneria militare. Costruì ben 2 pontili per superare 700 metri di mare e colpire la città. In tale azione realizzò torri d’attacco alle mura. Torri che furono trasportate con vascelli e collocate nel pontile (il primo andò distrutto perchè attaccato da navi incendiarie). Dalle torri, speciali catapulte colpirono ripetutamente le mura fino alla conquista grazie al doppio attacco dal mare e dal terrapieno.
  3. Va anche ricordata la strategia di Alessando a Guagamela. In tutto almeno 3 particolari.

1 – lo schieramento. Alessandro si presentò di fronte a quello molto più grande persiano, in forma obligua. Come ordine di grandezza lo schieramento persiano fu ben più esteso di 1,5 km rispetto quello greco. Tecnicamente e rivoluzionando le strategie militari, Alessandro si presentò ai persiani con una formazione a scaglione sinistro. Ciò disorientò il nemico e scatenò subito “le armi segrete” di Dario: gli elefanti e i carri falcati.

2 – Aperta la battaglia e impegnati i rispettivi fronti di fanteria, Alessandro si allontanò progressivamente con la cavalleria. Questo movimento impose ai persiani di seguirlo in parallelo. In realtà Alessandro stava cercando Dario per ucciderlo, risolvendo la battaglia. Celati dietro la cavalleria macedone, permaneva un gran numero di uomini armati con giavellotti. Improvvisamente la cavalleria di Alessandro, vistosi aprire il lato destro dello schieramento nemico si lanciò d’impeto. In realtà fu proprio la cavalleria persiana ad aprire il suo schieramento seguendo quella macedone. La carica greca, con la sua irruenza ruppe e disperse i persiani. Nel frattempo, gli uomini di Alessandro, celati dietro il movimento del re greco, allo scoprire della loro presenza ai nemici, lanciarono contro la loro cavalleria persiana tutto quello che poterono; impegnandola. Il re macedone rimase così libero d’irrompere nello schieramento avverso. La battaglia di Guagamela fu vinta.

3 – Nello stesso scontro, va ricordata una delle 2 armi segrete di Dario, imperatore dei persiani: 200 carri falcati. Questi carri erano capaci, al transito, di tagliare le gambe ai soldati nemici. Alessandro studiò un sistema per accogliere i carri e distruggerli con uno schieramento a U. Infatti i cavalli non possono travolgere gli uomini passando di fianco. Con una “U” il carro falcato venne immobilizzato e distrutto rapidamente. Da quel momento i carri falcati non furono più utilizzati nella storia.

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