Stato sociale. Pensato e realizzato al termine dell’Ottocento (assicurazioni sociali per gli infortuni sul lavoro del 1880-1900 e malattie, 1880-1920) fu lanciato per aiutare la popolazione occidentale nel sentirsi più parte dello Stato e del sistema sociale.
Contemporaneamente a quell’epoca, il suddito iniziò sempre di più ad evolvere in cittadino con diritto al voto, il che impose un aiuto a tutti per stabilizzare i Governi non più solo emanazione del Re.
Si possono identificare più fasi (applicate nel solo mondo Occidentale):
- nascita e applicazione del concetto (malattia e infortunio) dal 1880;
- consolidamento nel corpo sociale includendo la disoccupazione quale formula d’aiuto (1920-1930)
- aiuto alla popolazione stremata dalla guerra (ultimo conflitto mondiale) dal 1945 al 1975
- crisi del sistema: dal 1980;
- tentativi di riforma: dal 1990 ad oggi.
I motivi di contestazione allo Stato sociale qui esposti, NON RIGUARDANO IL CONCETTO, MA L’APPLICAZIONE.
Per metodo e sistema la totale gratuità nella somministrazione del servizio al cittadino è un concetto completamente errato. Non è educativo e si presta oltre agli abusi a gravissimi deficit di bilancio pubblico.
Al contrario, qui si vuole suggerire l’applicazione di una percentuale di partecipazione del privato alla spesa pubblica pertinente al servizio richiesto, che non sia inferiore al 50%.
Ricco o povero che sia il cittadino, se accede al servizio pubblico, deve partecipare alla spesa in forma significativa e partecipata.
Nessuno è costretto a chiedere servizi allo Stato, può tranquillamente procedere in privato!
Sicuramente quel 50% qui richiesto si apre a mille contestazioni, ma certamente resta il principio: la partecipazione alla spesa del servizio richiesto.
La scuola, ad esempio, costa 6.900 euro/anno per lo studente.
La famiglia al massimo contribuisce con 150 euro per la carta igienica della scuola. Non è sufficiente e neppure adeguato. Addirittura non abbiamo docenti che entrando in classe ricordano agli allievi quanto lo Stato spende per loro a livello d’investimento. Neppure i presidi (dirigenti di Stato a 5.500 euro/mese) richiamano alla presa di coscienza del valore d’investimento profuso per singolo studente per ogni anno!
In queste condizioni mi sento ostile allo Stato sociale per com’è oggi applicato.