Sophie de la Roche scrisse, nel 1771, un romanzo in tedesco dal titolo “La Signorina von Sternheim”. In quell’epoca, come già accennato in un precedente studio qui pubblicato, la borghesia tedesca stava cercando un ruolo sociale, storico e linguistico.
L’autrice del testo Das Fraulein von Sternheim riuscì a trasmettere alla sua generazione un modello di donna. Una donna tedesca, borghese, pura, non contaminata dal vuoto formalismo della civilizzazione di Corte in Germania come in Francia.
La donna tedesca, semplice, diretta, onesta e INGANNATA. Ecco un passaggio molto intenso sul quale studiare.
Su questo concetto dell’inganno si vede una classe borghese emergente, che vorrebbe entrare in nobiltà, come accadde ovunque in Occidente, ma ne viene crudalmente respinta.
Mentre in tutta Europa la borghesia viene accettata “a palazzo” grazie ai finanziamenti che apporta, in Germania la divisione di classe resta alta e rigida.
Una divisione tra caste che la stessa borghesia vuole per non doversi mischiare con il popolo. C’è quindi una pressione borghese verso la classe alta, che non sarà soddisfatta, garantendo i primi nella loro rispettiva chiusura, “a valle” verso il popolo.
E’ solo popolo quello che non fa della cultura e formazione il suo carattere distintivo. Una caratteristica che neppure i nobili di Germania (e dell’Occidente) hanno. Si è borghesi perchè agiati-ricchi e in forza della cultura e formazione.
Sophie de la Roche immagina una ragazza che con la famiglia viene invitata a corte dalla zia. A conclusione di solo 3 giorni di visita, la figliola deliberatamente abbandona l’ambiente di corte perchè formale e compromesso.
L’aggravante su tutto, che Sophie introduce nel testo, è l’interesse del principe a trasformare in amante la ragazza. Si potrebbe dire “tombola”, in gergo popolare, intendendo la decadenza sostanziale della formalità civilizzata dei nobili a corte.