Soluzioni al fallimento della Repubblica Italiana per eccesso d’indebitamento sul PIL.
Come noto a tutti, ma non discusso da alcuno, c’è il problema del fallimento dello Stato per eccesso d’indebitamento sul PIL da affrontare.
I passati Governi, quelli che dal 2011 sono stati diretti da gente non votata da nessuno, quindi politicamente illegittimi, aprendo una crisi costituzionale, si sono arrangiati in questo modo:
- aumentando la pressione fiscale e irrigidendo il rapporto Fisco/cittadino (motivo per cui sono caduti)
- cercando a tutti i costi di diluire il deficit italiano in quello “europeo” mischiando le obbligazioni italiane con quelle emesse dalla Banca Centrale;
- chiedendo alla Ue “soldi” per non dichiarare il fallimento. Tali “soldi” sono stati dalla Ue stampati, ma non in corrispondenza di pari ricchezza prodotta, quindi rappresentano “fogli di carta” prodotti in assenza di una reale corrispondenza di ricchezza (PIL). Ne consegue che questo “mare” di denaro ha un forte impatto inflativo che si aggiunge a quello già notevole prodotto dalla gestione Draghi dal 2015 al 2019 pari a 80 miliardi mese stampati per evitare il primo fallimento della Repubblica Italiana in atto nel 2015. Il denaro è stato ottenuto dalla Ue minacciando l’organizzazione comunitaria che il fallimento italiano avrebbe travolto sia la moneta comunitaria sia l’esistenza stessa dell’Unione. Sotto ricatto, la Ue ha “stampato” carta facendo contento il “Governo” di turno;
- altre soluzioni si sono viste nell’esagerato rialzo del PIL artificialmente pompato dal Governo Draghi che, incurante dei decessi per polmonite cinese – detto “covid 19 per celare la responsabilità della Cina comunista nella diffusione del virus-. La terapia Draghi ha puntato alla crescita del PIL per sostenere i conti pubblici.
Ci sono altre soluzioni più credibili al fallimento della Repubblica Italiana per eccesso d’indebitamento sul PIL?
Una prospettiva interessante sarebbe:
-
tassare i contribuenti di più (vedi riforma del catasto)
-
vendere i beni dello Stato che non sono più necessari al funzionamento della Pubblica Amministrazione.
E’ su questo piano che il nuovo Governo è chiamato ad agire: il Governo Meloni.