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La soluzione della crisi parte dal basso. Studi prof Carlini

by Giovanni Carlini
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La soluzione della crisi come ipotesi nel mondo siderurgico in crisi

La soluzione della crisi secondo Michele Favalli della DUFERDOFIN NUCOR, Responsabile Vendite Italia ha le idee chiare: per uscire dall’impasse che ci sta strozzando, serve rilanciare dal basso i consumi, altrimenti non si risolve nulla. La domanda d’apertura dell’intervista è sempre la stessa: ma voi, che ci fate qui in fiera, in uno dei momenti più drammatici dell’industria siderurgica italiana?

Favalli: Il mondo della siderurgia italiana è in crisi, ma non è finito! Come Duferdofin NUCOR crediamo nella ripresa che non attendiamo con le mani in mano. Siamo particolarmente impegnati in una ampia innovazione di processo e prodotto, tale da consentirci d’abbattere i costi strizzando un occhio anche alle necessità di compatibilità ambientale.
Abbiamo ridotto i costi interni all’osso, ovvero all’appena sostenibile e questo è stato un grande lavoro svolto con grande passione, difficoltà e disponibilità , poi ci siamo rivolti ai processi di produzione come appena accennato.

Domanda: Bello l’ottimismo, ma in che senso credere alla ripresa del mercato e attraverso che strade?

Favalli: Stamattina per raggiungere la fiera, per percorrere solo 38 km ci ho impiegato un’ora e mezzo nella Grande Milano. Evidentemente qui (non solo a Milano) qualcosa non funziona. È solo un esempio per sottolineare come il problema del mondo siderurgico italiano non è, a mio parere, di soli aspetti connessi alla produzione oppure al mercato, ma essenzialmente finanziario. Ecco il nodo: il denaro!
Non c’è una liquidità sufficiente (oppure ce n’è troppa per la speculazione). L’assenza di una reale disponibilità liquida blocca il mercato e noi stessi.
Presentarsi in banca per chiedere un mutuo, significa esporsi a tante/troppe difficoltà dove le perdite piccole sono dei privati e quelle grandi delle banche. Come se ne esce? Sarebbe bello che ci fosse un fondo di garanzia che supplisse nelle piccole crisi dei privati, rilanciando in questo modo il consumo individuale, senza il quale il mercato interno collassa.

Domanda: Con queste affermazioni si sta spostando dall’aziendale al mercato, per giungere al privato, è una strategia o uno sfogo?

Favalli: Capisco che quanto sto meditando insieme a Lei possa apparire estraneo alle dimensioni aziendali che qui in fiera rappresento, però è inutile parlare di grandi processi aziendali se ci dimentichiamo la base per cui tutti siamo qui: il consumo privato e domestico. Tornando diciamo ai fondamentali, come si dice solitamente, individuiamo anche la fonte della soluzione che non è aziendale, ma istituzionale. Siamo giunti all’epicentro del problema. Ci manca lo Stato. Mi rendo anche conto che affermando questo, ho detto tutto e nulla e siamo a punto e a capo nella ricerca delle soluzioni. In effetti un approfondimento di questo tipo esula dalla fiera e dal settore siderurgico. Ne consegue però che non perseguo un’accusa a qualcosa d’evanescente e non quantificabile. Benché possa apparire inutile come punto di vista, ci manca ancora la cornice nella quale inserire le strategie di risposta. Ovviamente non per questo ci si blocca, anzi reagiamo, ma sempre in un’avventura priva di un contenitore. Siamo come dei liquidi che cercano un involucro per essere valorizzati. Immagini un prezioso vino in una bottiglia di plastica usata per il latte, potremmo apprezzarne il contenuto?

Conclusione: Parole sagge che ci stimolando a non fermarci.

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