Sentirsi vicino a Dio è una frase grossa e forse preoccupante. Di fatto ci sono dei percorsi stradali, qui in America dove si percepisce un’elevazione non scontata o comune.
Probabilmente sto esagerando, questa però è la mia esperienza.
Partendo da Apple Valley verso est c’è una strada numerata come 18 e successivamente Ca 247. Apple Valley rappresenta una cittadina unita ad altre 2; Victorville ed Hesperia. L’agglomerato di queste 3 piccole città comunque contra 60mila abitanti!
Il centro abitato si dispiega nel deserto del Mojave, 100 miglia a nord est da Los Angeles, sulla I 15, la via che porta a Las Vegas in Nevada.
Per quanto il deserto sia oggettivamente crudele, ogni guidatore ha con se una confezione di 24 bottiglie d’acqua nel caso dovesse restare in panne, l’atmosfera è romantica.
Al mattino, in estate, il sole s’affaccia da est alle 06.30. Il momento esatto in cui entra in casa “di taglio” illuminando tutto, è ancora, per me, emozione pura. L’aria del mattino è fresca, poi diventerò arroventata.
Questa violenza nelle sue manifestazioni tra sole e pioggia da tempesta, un caldo micidiale da 45 gradi di giorno per far freddo durante la notte, onestamente emoziona. Sono quegli estremi che ricordano quanto l’ovvio sia indispensabile.
L’acqua è indispensabile. L’aria condizionata e un frigo funzionante sono indispensabili. Un tetto sulla testa è indispensabile.
L’indispensabilità porta alla rivalutazione dello scontato e dell’ovvio; tutto ciò aiuta a sentirsi vicino ai valori fondamentali. Dio è un valore fondamentale per vivere.
Trovarsi nella condizione dell’ovvio dove non è scontato vivere ogni giorno e il caldo e il freddo sono valori assoluti e non più relativi portano a sentirsi vivi, uomini o donne e non più ibridi come nella società globalizzata.
Nella riscoperta dell’ovvio (quant’è bello mangiare due volte al giorno) la globalizzazione del tutto confuso perde consistenza e si ritrova il senso dell’umano e quindi il sentirsi vicino ai valori/Dio.
Per capire la vita serve vivere riscoprendo le cose scontate: il freddo, la fame, il caldo, l’amicizia, la compagnia quindi la solitudine e infine, Dio.
Tornando al percorso stradale, da cui la riflessione è scaturita, percorrere strade nel deserto come la Ca 18 e quindi la Ca 247 cambia la vita.
Strade diritte nel deserto, solitarie, dove il passaggio di altra auto in senso contrario, porta naturalmente a salutarsi pur non conoscendosi.
Il sole che impera e martella, il paesaggio solitario ma vivo, la vegetazione rarefatta che si cerca con certosina voglia di trovarla mentre punteggia qua e là il paesaggio crudele. Il tutto è come se ci rappresentasse nelle nostre (o forse solo mie) aridità.
La via nel deserto che porta finalmente a Yucca Valley è come se mi desse una speranza nel senso che dopo il deserto estremo riesco ancora a giungere dopo 66 miglia a un centro abitato. C’è ancora vita.
In questo senso, del c’è ancora vita dopo un percorso difficile, il deserto aiuta a sentirsi vicino a Dio.