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Scontro culturale vivo e forte di cui non si può parlare in Occidente

by Giovanni Carlini
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Scontro culturale vivo e forte di cui non si può parlare in Occidente. Prendendo spunto dal solo ultimo fatto di cronaca del solito padre pakistano che ammazza la figlia in Italia.

Scontro culturale questo sconosciuto. Significa che in Occidente è vietato meditare sulla diversità culturale in nome della globalizzazione. L’obiettivo è semplice: nel caso fossimo “tutti uguali”, dovremmo anche consumare gli stessi prodotti con ovvio benefico industriale. Il guaio però è che non è l’Occidente a produrre, ma i paesi poveri come Cina, Brasile e altri. Gli occidentali, al massimo, progettano qualcosa che realizzano altri. In Occidente resta la disoccupazione e l’onere d’acquistare qualcosa realizzato da altre culture; da qui un grave problema di nuova povertà in Occidente.

E’ palese che “i conti” fatti per realizzare la globalizzazione sono errati. A scalare derivano errori di valutazione anche nella progettazione dell’Unione Europea e della moneta unica. Solitamente chi sviluppa riflessioni di questo tipo è classificato come “fascista” (in Italia) o populista in  Occidente. Incuriosisce questa carenza di confronto e democrazia in era globalizzata. Probabilmente la globalizzazione è di sinistra (politicamente tale) riportando così tutti i classici schemi della sinistra: assenza di confronto, demonizzazione dell’opposizione etc.

Tornando al fallito melting pot culturale europeo, il problema della convivenza tra culture, oggi, è aperto e senza soluzione. Di fronte al governo italiano che importa immigrati (per esigenze elettorali del partito di sinistra) e al resto dell’Europa che “frena” e si astiene, lo scontro culturale resta attuale in ogni città d’Europa.

Probabilmente è necessario “invitare” chi non riesce ad integrarsi a tornare nella cultura di origine, aprendo un dramma sociale di ampie dimensioni. Pare che a Londra, ma forse anche in Italia, ci siano parti delle città da considerare a titolo di casba, quindi sottratte all’integrazione urbana. In questi quartieri si vorrebbe applicare la legge coranica in luogo di quella Occidentale. E palese che, in tali condizioni, la convivenza non è più realistica, quindi serve rispettare la divisione culturale che ci contraddistingue.

Il mondo è stato forzatamente unito solo per esigenze consumistiche trascurando la diversità culturale spesso inconciliabile. 

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