Sciogliere la Ue parte 2 di una serie di 5 studi pubblicati.
Si riprende una parte di studio già pubblicato qui integralmente presentato a giustificazione dello scioglimento dell’Unione.
Lo schema attuale di direzione politica dell’Unione Europea
La direzione politica dell’Unione agisce su:
- 7 istituzioni (di cui 4 sono quelle più importanti a livello decisionale che sono il Parlamento, Consiglio europeo, Consiglio dell’Unione e Commissione europea);
- 7 organi;
- 30 agenzie decentrate;
- 20 organizzazioni per funzioni giuridiche specifiche;
- 4 servizi interistituzionale a sostegno delle istituzioni per l’assunzione, formazione e sviluppo del personale, l’informatica e l’editoria.
L’insieme di questi organismi, che impiegano in tutto 60mila persone, hanno lo scopo di tradurre le politiche in fatti concreti.
Il potere di decidere in ambito Ue è stabilito da una serie di trattati:
- Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea (1957 e aggiornato successivamente)
- Il trattato sull’Unione europa (1992)
- Il trattato di Lisbona (2007 e aggiornato successivamente)
L’insieme di questi trattati sviluppa un processo che avvia la “procedura legislativa ordinaria”. In pratica la Commissione propone nuove leggi che il Parlamento e il Consiglio dell’Unione applicano. L’applicazione è demandata ai singoli paesi sotto il controllo della Commissione.
Come si nota da quest’impostazione il potere è diffuso e tutto ripiegato all’interno dell’Unione, pensato per bilanciare e controbilanciare la possibile influenza di una Nazione sull’altra.
In pratica la Ue emerge come un costante accordo equilibrato più propenso al bilanciamento che all’effettivo funzionamento.
I limiti di quest’assetto si dimostrano tutti nella relazione esterna che l’Unione dovrebbe avere che invece è pensata e sviluppata dai singoli Stati.
Spiegato meglio, la politica estera resta, di fatto, nella dimensione nazionale non della Ue, che ancora non ha sviluppato, per quanto il Trattato di Lisbona abbia applicato delle modiche, una sua dimensione internazionale.
Allo stato attuale, è in atto, con l’impegno diretto del Presidente della Commissione Europa e in ruolo minore dall’Alto rappresentate dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, una sorta di coordinamento internazionale tra le azioni degli Stati della Ue singolarmente agenti in base alle loro direttive e l’Unione. Questa cooperazione tra Paesi dell’Unione si rivolge ai grandi operatori politici ed economici mondiali (vedi rapporti con la Cina, l’Africa, quelli impegnati nel conflitto in corso tra Russia e Ucraina, quindi la Turchia e il Medio Oriente).
Una riflessione più approfondita merita l’Alto rappresentante per gli affari esteri.
Lo studio sciogliere la Ue prosegue.