Home RAGIONERIAAppunti per gli studenti Sbornia bond. Un esempio semplice per spiegare fatti complessi.

Sbornia bond. Un esempio semplice per spiegare fatti complessi.

by Giovanni Carlini
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Sbornia bond. Un esempio semplice per spiegare fatti complessi come la crisi subprime e quelle in sviluppo.

Sbornia bond è una favola terribilmente concreta, essenziale e semplice per spiegare cosa non funziona in era globalizzata. Pare che questa storiella sia stata pensata da un impiegato di banca svizzero. Quindi un personaggio ben introdotto nel meccanismo di frode e simulazione di eventi non reali. Il sistema bancario svizzero presenta più falle e dubbi che luminosità.

Veniamo al concetto di sbornia bond.

Un bar decide di smettere di far pagare i clienti a consumazione. Il concetto è che pagheranno, forse con scadenze mensili o anche più estese. Da questo cambio d’impostazione emerge un ENORME crescita dei consumi. Lo sbalzo delle vendite non passa inosservato al produttore di birra e vino che aumenta il volume di produzione. Quindi maggiori assunzioni.

Il responsabile finanziario dell’impresa produttrice non perde tempo nel lanciare delle obbligazioni sbornia bond sul mercato. Contemporaneamente anche la banca non perde l’occasione di prestare del denaro al bar per un ampliamento dei posti a sedere.

I titoli immessi sul mercato salgono rapidamente nella quotazione perchè si basano sulla produzione industriale. Nessuno si accorge che a maggiore consumo e produzione non corrisponde l’entrata finanziaria. Infatti le entrare sono praticamente nulle, ma questo è considerato un dettaglio trascurabile.

Le obbligazioni crescono ancora, sopratutto dopo che i fondi pensione si sono uniti alla tendenza. In realtà i corsi del titolo si stanno auto alimentando senza una reale logica.

Un giorno, nel cambio del direttore di banca o di quello finanziario del produttore, si fanno i conti. La banca o l’azienda vuole monetizzare i crediti e tutto crolla come d’incanto.

Qual’è la logica che emerge da questa storia. Abbiamo “manager” troppo giovani, ovvero sono state accorciate le carriere. Serve tornare a quei 20-25 anni di crescita professionale per poter diventare un direttore/manager.

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