IL RUOLO DELLA DONNA NELLA SOCIETA’ NEL CORSO DEI SECOLI. Studi di sociologia a cura del prof Giovanni Carlini
Tucidide è il primo studioso della storia (460 a.C.) scrivendo il libro “La guerra del Peloponneso” accaduta tra il 431 a.C. e il 404. Da lui sappiamo anche che il ruolo della donna nella società rispondeva solo a 3 funzioni: affettivo, riproduttivo come educativo verso la prole.
Dai secoli avanti Cristo, nulla cambia per le donne nelle loro funzioni sociali, fino a quasi il termine della prima guerra mondiale; si tratta di un periodo pari a 400 anni a.C. a cui aggiungerci altri 1918 anni, in tutto 2300 anni. In realtà nei precedenti 50mila non si ha motivo di credere che le donne avessero ricoperto ruoli più importanti nella società rispetto le 3 funzioni già indicate.
Improvvisamente, alla fine del primo conflitto mondiale, l’Occidente scopre d’aver perso la massa “produttiva” della generazione maschile di quell’epoca, imponendo alle donne l’impiego nel mondo del lavoro. “Andando a lavorare in fabbrica” ai tradizionali 3 compiti, affettivo, riproduttivo ed educativo) se ne aggiunge un quarto; quello lavorativo. Le donne non lavorano più come integrazione e completamento della famiglia nella fattoria familiare, ora vanno anche in ufficio o in fabbrica. A questo quarto ruolo, di natura lavorativa, se ne aggiunge un altro che possiamo considerare insito nel DNA femminile rispondendo a un bisogno estetico (quinta funzione) che solo ora può essere vissuta in proprio e non per gentile concessione dell’uomo come accaduto sino ad allora. Le donne possono finalmente, guadagnando, farsi belle per se stesse e piacersi per piacere. E’ una rivoluzione nell’ambito delle procedure di corteggiamento, chiamando il genere femminile a un ruolo più partecipativo e autorevole nel rapporto di coppia. Concetti completamente rivoluzionari ancor oggi dove il ruolo della donna nella relazione intima non è stato del tutto chiarito.
Riepilogando, alle originarie tre funzioni si sono aggiunte quella lavorativa e quindi estetica. Siamo saliti in ordine d’importanza a ben 5 funzioni nel ruolo della donna nella società. Non finisce qui.
Le donne lavorando e scoprendosi “belle”, quale frutto della loro creatività autonoma dagli uomini, iniziano anche a pensare e produrre pensiero. Le università si riempiono di studentesse, conquistando una sesta funzione: quella intellettiva. Bisognerà giungere ai primi anni Sessanta (in Europa) ma già attiva dai Cinquanta negli Stati Uniti, per scoprire una vera devozione delle donne al consumismo. Come uno sciame di cavallette su un campo di grano, le donne ormai libere dal controllo economico maschile, si lanciano in un consumismo senza precedenti nella storia dell’umanità, fondando la società dei consumi.
Il genere femminile del secondo millennio dopo Cristo, ha quindi, a questo punto 7 funzioni nella società moderna, che hanno profondamente inciso su quelle originarie. Il nuovo volto sociale femminile, riducendo anche il numero di figli, svela una forte componente conflittuale nell’ambito di coppia. Non ci sono dubbi che a un ruolo compresso e limitato delle donne nella storia dell’umanità, dovesse per forza di cose scattare un riscatto per riequilibrare un’oggettiva ingiustizia. La parità di diritti e doveri, tra donne e uomini, è una delle caratteristiche prime dell’Occidente. Non è così nel resto del mondo, dove il ruolo della donna nella società e in famiglia è ancora tradizionale e riduttivo.
Resta il fatto che la rinascita della donna nella società, non è avvenuta di concerto con il genere maschile, il quale è ancora terribilmente arretrato, sia nella qualità dell’amore che in quello educativo alla prole.
Con queste premesse chi ha pagato la giusta emancipazione delle donne, non è tanto il rapporto di coppia in sé, ma in particolare le nuove generazioni ricevendo meno attenzioni, sul piano educativo, rispetto alle precedenti, da cui la frattura nei valori a partire dagli anni Cinquanta, con annessi movimenti di contestazione ed emancipazione. Ecco perché urge un nuovo patto educativo nella famiglia che rispetti le 7 funzioni della donna nella società moderna, recuperi il ruolo maschile e non trascuri la prole.
Resta aperto un tema: se per 52mila anni le donne hanno ricoperto solo 3 funzioni, il processo che le ha condotte da meno di un secolo a ben 7 è da considerarsi irreversibile? Potrebbe apparire di sì, ma con i guasti sociali accaduti a danno della prole e connessa conflittualità intergenerazionale e generazionale, è prevedibile che prima o poi ci sia un ripensamento che non colpirà solo le donne, ma riguarderà un importante riordino delle funzioni familiari tra genitori (come del resto già avviato in questi ultimi decenni).