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Rinascente e Coin a Milano fanno schifo per il bagno

by Giovanni Carlini
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Rinascente e Coin rappresentano due vetrine per l’immagine dell’Italia e della città. Sono 40 anni che frequento sia il primo sia il secondo marchio. Entrambi i grandi magazzini non hanno mai brillato per l’accoglienza, stile e tecnica di gestione del cliente sotto il punto di vista dei servizi igienici. Quanto qui sto scrivendo non è stato pensato oggi, ma visto e vissuto da interi decenni.

Scrivendo queste parole il confronto si sposta ai supermercati, grandi magazzini americani. Per la verità non tutti, quelli alimentari in particolare restano ancora carenti e immaturi per quanto funzionali, gli altri, moda, brico e specialistici hanno capito quanto i servizi sintetizzino la qualità del marchio.

Quasi si potrebbe affermare (non è vero, si tratta di una forzatura, ma il concetto si conferma): da come il bagno si presenta al cliente, ne consegue la qualità del marchio.

Il bagno ampio, pulito, profumato, con fiori freschi, ampi specchi (vedi gli esempi negli Usa di Macy’s, Dillard’s, Bloomingdale’s etc..) indica un esempio al cliente.

Il profumo che si ritrova nell’area specifica.

Le maioliche scelte per quell’arredamento fanno tendenza.

L’efficienza e pulizia del locale indicano il fiore all’occhiello del sistema funzionante del grande magazzino.

Quanto appena elencato rappresenta un concetto sconosciuto in Italia.

Il pensiero oltre alla Rinascente di Milano corre anche alla sede di Firenze (stesso standard già in uso nel primo negozio). Non si salva neppure Eatitaly a Milano dove il bagno degli uomini è modesto-mediocre.

Che cosa si vorrebbe?

Sicuramente un bagno per piano. Non solo, un AMBIENTE CHE ACCOLGA NEL BAGNO. Spazio (non tuguri, vedi “Mango” a Milano e ancora altri), luce, fiori, profumo, pulizia.

Perchè concetti così elementari rappresentano ancora una fantasia nella Milano che vorrebbe contare nel mondo e in Europa?

Un sindaco eletto con la sola affluenza del 36% degli elettori, non è capace d’imporre bagni accessibili ai clienti in ogni locale al pubblico? (vedi il Sala a Milano). Se le cose stanno così cambiamo sindaco!

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