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Ricerca e sviluppo: i costi della sperimentazione e le agevolazioni

by Giovanni Carlini
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Ricerca e sviluppo: i costi della sperimentazione e le agevolazioni

Ricerca e sviluppo sono le 2 parole base per ogni tipo di successo. Non si vende più nulla sui mercati se non include questa funzione. Purtroppo è un concetto che non è stato capito da nessuno. Questo perché abbiamo una classe imprenditoriale impreparata. Come si fa ad uscire dal guado?

Quando un’azienda si presenta per sviluppare un articolo, cerco nell’organico un ingegnere. Non lo trovo quasi mai. Al posto di un ingegnere ci sono sempre dei magnifici praticoni che sono gli imprenditori. Purtroppo però, molto raramente, il capo dell’azienda è anche un chimico o un ingegnere come un matematico o un fisico. Certo non serve essere ingegneri nella ristorazione o in un’industria alimentare (non è detto). Però manca la base culturale nell’industria italiana. La Confindustria è profondamente disinteressata al tema.

In sostituzione di una Confindustria assente e di un imprenditore immaturo c’è un fatto nuovo. Va dato atto al fisco, in questo caso è un complimento meritato, per il ruolo che ha nella ricerca. Il Governo ha varato molti progetti sulla ricerca e sviluppo e il fisco li ha resi possibili. Detto in altri termini i mezzi ci sono, basta solo utilizzarli.

La domanda ora cambia. Fino a che punto è possibile impegnarsi nei fondi statali alla ricerca? Quei pochi capi d’azienda sensibili al tema si tirano indietro in assenza di fondo perduto. 

La risposta è: impegnarsi senza limiti di valore se. Ecco il punto. Quel “se” raggruppa il punto dolente. Serve un capo progetto, non necessariamente ingegnere, che sappia impiegare le persone. E’ la forza e la bontà del capo progetto che misura la quantità di prestito che l’azienda può assumere. Un buon capo progetto porta dei risultati sui quali poter onorare il debito. L’imprenditore non può essere il capo progetto. Serve un professionista esterno, un consulente. Colui che entra in azienda e se ne va 3-4 anni dopo. Ci accorgiamo che un problema tecnico, diventa in realtà un aspetto di valorizzazione della gestione risorse umane.

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