Home CULTURA E SOCIETÀCRISI DELLA GLOBALIZZAZIONE E POLITICA Riaperture negozi per chi? Il cliente che manca.

Riaperture negozi per chi? Il cliente che manca.

by Giovanni Carlini
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Riaperture dei negozi in Italia a partire del 18 maggio 2020; bello, ma si apre per chi? E’ molto probabile che si aprano i negozio ma poi manchino i clienti.

In tutta onestà, fare la file per entrare in un negozio è forse l’ultima cosa che si vuole. Prima esisteva lo “shopping”, ovvero entrare e guardare i prodotti esposti nei negozi per proseguire. Oggi questa dinamica è impensabile. Ma c’è dell’altro. Uscire per andare al ristorante e ritrovarsi in un box di pareti in plastica? Meglio restare a casa! Uscire per pagare come prima un +230% sui prezzi d’acquisto al ristorante restando tutti “in protezione”. No grazie.

Le riaperture sono un atto di cortesia agli operatori del mercato, ma pronti a trasformarsi facilmente nel loro funerale.

Tra le vittime illustri della crisi da polmonite cinese, c’è sicuramente la ristorazione. A seguire i negozi.

Messo da parte l’argomento “riaperture”, destinato solo ad acutizzare il problema fallimenti, che si fa?

IN LINEA DI MASSIMA E’ STATO DIMENTICATO UN CONCETTO IMPORTANTE. IL DOLORE CAMBIA IL COMPORTAMENTO UMANO. 

Si tratta di un concetto sul quale è stato scritto un intero libro qui in copertina.

Carlins Il dolore

31.000 morti in crescita verso i 32mila solo in Italia; sono tanti. Forse non a sufficienza per una modifica radicale dei comportamenti, ma un segnale imponente. Considerato che in linea di massima una persona cura 10 contratti, 31mila sono 310.000 persone. Italiani che hanno toccato la sofferenza di un decesso senza funerale.

Nel caso si dovessero conteggiare anche i guariti, il numero raggiunge 10milioni. Con 55 milioni d’italiani e 10 d’immigrati di cui 5 regolarizzati, avere 10.300.000 persone colpite dal virus cinese, sposta gli equilibri.

Spostare gli equilibri significa sia una revisione dei criteri di consumo sia delle scelte politiche. Modifiche di questo tipo non sono mai “felici”; sempre restrittive. Ne consegue minore consumo e orientamenti meno permissivi e di sinistra.

Le riaperture sono in realtà la chiusura di una stagione politica e di molti negozi. 

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