Il concetto di razzismo va discusso nuovamente
Successivamente alla vittoria di Donald Trump negli Usa, è aumentato l’abuso del termina “razzista”. In genere questa parola viene utilizzata per disprezzo dai “democratici” verso chi li contesta.
Detto in altri termini, la contestazione ai “democratici” non avviene sui concetti e idee. Questi soggetti “democratici”, in Italia come negli Usa, chiudono ogni riflessione con frasi di rito. In realtà si chiama pregiudizio. Con tali premesse la sinistra mondiale perde quota. Del resto era ora! La globalizzazione è una pura creatura di sinistra. La crisi della società globalizzata è una crisi della sinistra.
Chiarito il contesto socio-politico che tutto è, tranne che democratico, cosa significa essere razzista?
Hanna Arendt a pagina 26 del testo “Cos’è la politica”, descrive il pregiudizio. Lo descrive nei termini di semplificazione della vita. Il pregiudizio ci rende l’esistenza semplice! Ad esempio: tutti i carcerati sono degli scarti d’umanità. Tutti quelli di una certa fazione politica non capiscono nulla. Etc, etc. Il pregiudizio è una pre-sintesi indipendentemente dalle reali condizioni. I neri sono tutti un pericolo per la comunità. Gli immigrati sono troppi e sporcano la nostra società. I politici sono tutti ladri.
Indubbiamente una buona parte di ragione il pregiudizio lo contiene. Considerare l’omosessualità come una patologia nell’ambito delle devianze sessuali è un ragionamento. Nessuno è riuscito a capire il nesso tra una malattia e i diritti civili. Perchè sono stati confusi aspetti così diversi? Non si sa. Forse potrebbe esserci un gioco elettorale a favore della politica.
In un mondo particolarmente confuso serve ristabilire dei concetti.
Colui che intende difendere la propria comunità da un’invasione da immigrazione non è razzista! Al contrario è un degno elemento dalla comunità. Non confondiamo il razzismo con la coscienza. Comunque se è necessario essere razzisti per difendere casa propria, ben venga! Non basta una parola per ostacolare la protezione della propria comunità. Passando all’offensiva, evitando quindi d’essere conservatori, un cosciente uso della ricchezza pubblica per i propri figli aiuta il benessere nel mondo.
Serve un esempio. E’ meglio che il PIL venga distribuito tra la popolazione e gli immigrati o concentrato su chi produce idee, cultura e ricerca scientifica? I problemi dei siriani sono quelli di casa loro. Vivano il loro Risorgimento. Facciano la loro Rivoluzione francese. Inventino il loro illuminismo, anzichè forzare il benessere dell’Europa. L’immigrato va aiutato a casa sua non nostra. E questo sarebbe razzismo? No, è solo la fine della globalizzazione e della sinistra. E’ cambiata un’era. Benvenuta brexit e Donald Trump. Se in casa ho 1 pezzo di pane e 4 persone della mia famiglia per mangiarlo, va bene l’ospitalità; per quanti? Ecco la domanda che nessuno ha saputo porre e rispondere.
Brexit e la Presidenza Trump non hanno alcuna attinenza al razzismo. Sono semplici reazioni a delle esagerazioni. La globalizzazione, oltre a non aver rispettato le promesse ha esagerato. Il mondo non è una sola comunità. In realtà sono 9 culture che si guardano l’un con l’altra. A volte in guerra, altre in collaborazione. Non è affatto vero che una donna sia considerata allo stesso modo in ogni posto del pianeta. Quest’ultimo e‘ solo un esempio tra i molti.
E’ sintomatico come da parte “democratica e di sinistra” si gridi allo scandalo solo di fronte a delle reazioni. Infatti ora terminano le reazioni e inizia la politica. Quella vera per modellare la società dalla sbornia da globalizzazione che ha subito. Si è esagerato in tutto e in troppo. Da una stagione di esagerazioni nasce la costruzione di una società più giusta. E questo sarebbe razzismo?