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Quando una donna d’acciaio sorride. Le donne protagoniste

by Giovanni Carlini
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Quando una donna sorride. Ruoli di dirigenza femminile. Studi del sociologo Giovanni Carlini. La tesi è che le donne siano più affidabili nella dirigenza rispetto agli uomini. Questa conclusione è possibile solo in presenza di una vera e forte politica del personale. In pratica le donne offrono nella carriera meglio e di più. Questo però se in presenza di una politica sociale aziendale di coinvolgimento. Ovviamente vale anche per gli uomini, ma le donne reagiscono con più passione. 

Quando una donna sorride. Spesso si parla delle “donne d’ acciaio”. Un termine coniato un anno fa in questa rubrica. Però il riferimento è sempre rimasto a livello di battute, senza entrare a fondo. Significa chiedersi come le donne agiscono in un ambiente a prevalenza e schiacciante dirigenza maschile. La presenza femminile a livello d’imprenditrici e manager oscilla generalmente in Italia intorno al 18%. Nella siderurgia pare che non sia superiore al 5%.

A questo serve un’analisi. Come vivono le donne la siderurgia? SIDERWEB si è rivolta alla Signora Nataliya Prokopenko. La Signora è responsabile marketing della Mechel Service Italy srl. Si tratta di una filiale distributiva russa operante da Bergamo per il mercato italiano.

Domanda:Signora Prokopenko, una donna che sorride. Grazie per aver concesso quest’intervista. Ci dica, lei chi è?

Prokopenko: sono una donna, una mamma, una professionista impegnata in Italia da 10 anni. Sono partita dal semplice ruolo d’interprete, per arrivare oggi a responsabile di marketing, in una multinazionale russa.

Domanda: complimenti per la sua recente nomina. Qual è il segreto?

Prokopenko: il successo, quello vero non è mai un colpo di fulmine a ciel sereno. In realtà in una progressione d’eventi e concause, ho costruito una base di contatti professionali. Alla fine mi hanno chiesto: “te la senti d’assumere la responsabilità del marketing della filiale italiana del gruppo?”.

Domanda: a nome dei nostri lettori ho il dovere di chiederle di più;

Prokopenko: ha ragione, lei è un sociologo, quindi sono senza via di scampo e debbo raccontarle tutto! Ebbene avevo aperto, anni fa, in Ucraina un’azienda per la commercializzazione di prodotti siderurgici dall’Occidente. L’obiettivo fu d’introdurli nei mercati del profondo Est Europeo. L’evoluzione dei prezzi e alcuni acquisti errati, mi hanno costretto a chiudere. A quel punto non sono più stata una donna che sorride. Sul piano della gestione delle crisi, mi sono fatta le ossa partendo dalle vicende più dure.

Descrivendomi e presentandomi sono ucraina. Ho studiato psicologia presso l’Università di Odessa. Con un passato da imprenditrice e la conoscenza delle lingue, nel 1998 arrivai in Italia. Qui ho avuto la possibilità d’assistere a importanti trattative tecnico commerciali. Non solo anche eventi politici, in qualità d’interprete. Ho imparato quegli aspetti cruciali nel modo e stile per trattare adeguatamente con le persone. Mi riferisco alla comprensione e gestione d’assetti imprenditoriali e culturali diversi da far convergere. Su questa strada ho acquisito quelle cognizioni di processo e la conoscenza dei problemi specifici del settore siderurgico. Con queste forze mi sono proposta al mercato italiano offrendo quanto richiede. Ecco dove nasce il concetto di una donna che sorride.

Domanda: quanto ha pagato nella vita privata il successo in carriera?

Prokopenko: sono una persona felice e appagata. Appunto una donna che sorride. Ho due bimbe che mi danno il piacere d’essere mamma. Non so se ho pagato un prezzo alto per raggiungere la dirigenza. In realtà più che perseguire un progetto, ho costruito giorno per giorno la mia passione di fare. Oggi, con il senno di poi, si può immaginare un filo rosso che riunisca in sè ogni atto. In realtà però, quando ho lottato giorno per giorno, non avevo una strategia complessiva.

Si potrebbe dire che il successo si costruisce passo dopo passo, senza una strategia finale? Non so rispondere. Quello che posso consigliare alle donne, è di lottare non per qualcuno o un progetto, ma per se stesse. Io sorrido non per dar piacere a qualcuno, ma per me stessa. Così studio per me stessa. I conti li faccio con il mio viso e coscienza. Lavorando su me ogni giorno, nasce la mia personalità. Le mie idee e punti di vista, che gli altri, alla fine, mi chiedono. Questo perché hanno bisogno di un gusto del lavoro, che mi sforzo di trovare per prima. Successivamente poi condivido.

Domanda: in questo stile che ci ha descritto si può affermare che le donne sono diverse dagli uomini?

Prokopenko: Un uomo che ama è ugualmente capace di viaggiare per lavoro. Una donna innamorata invece si ferma. Io non ho rispettato questa regola e sono ugualmente mamma con successo. Perché tutto questo funzioni ci vuole molta capacità organizzativa.

I figli che hanno fame non hanno pazienza e il lavoro è come un bimbo che strilla. Una donna negli affari, come nella vita privata, deve saper valorizzare il tempo, altrimenti è spacciata.

Si dice che le donne siano analitiche e tattiche, mentre gli uomini schematici. Un ragionamento interessante comunque da questa unione nascono le strategie nel privato come al lavoro. Sicuramente è tutto vero ma alla fine i conti li fai con te stessa.

Io, donna, ho bisogno di amarmi per amare, rispettarmi per rispettare. Lavorare per produrre idee e tutto questo lo devo sentire dentro di me. In una parola, mi serve la passione per fare le cose. Come tutti del resto.

Ho bisogno di quella energia pura che non ti dà nessuno e che solo tu devi saper trovare dentro. Forse questa è la differenza. Serve auto-produrre l’energia contagiando gli altri. E’ la stessa cosa che fa Lei prof. Carlini quando lavoro. L’ho vista in azione! Da questa produzione d’energia segue una reazione a catena. La sintesi, a costo di ripetermi è che posso amare se mi amo. Questa è la ragione del mio successo nella vita e nel lavoro.

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