Psicotico e così psicopatico, nevrotico, ma non assolutamente esibizionista-narcisista che rappresentano delle specifiche a parte. Ovvero l’esibizionista e il narcisista possono anche essere psicotici nei casi più gravi.
L’intreccio di queste patologie rappresenta il centro esistenziale della psicanalisi.
Gli studiosi di riferimento sulla dottrina sono:
- Bursten (studi del 1973)
- Steward (ricerche del 1991 sulla dirigenza e responsabilità manegeriale affetta da psicosi)
- quindi Meloy che ha pubblicato la ricerca nel 1988
- è simpatico ricordare anche le sintesi della Mancy McWilliams nel suo libro qui riportato in copertina nel capitolo 7, pagine 173 e seguenti dal titolo “La personalità psicopatica (antisociale)”.
I punti salienti che è saggio rammentare da questi studi sono:
a) nello psicopatico MANCA la coscienza morale normalmente regolata dal Super Io;
b) lo psicopatico richiede maggiore predisposizione all’eccitamento forzato e artificiale in una pura ricerca forsennata per cercare di provare qualcosa;
c) il grande bisogno di sentirsi vivo ricercando emozioni anche se artificiali (vedi uso di stupefacenti);
d) lo psicopatico agisce ricercando il controllo anzichè riflettere!
e) l’AZIONE (iper azione) definisce la psicopatia;
f) c’è un importante retroterra familiare fatto d’assenza di limiti all’educazione dei figli nello psicotico. I genitori non agiscono con “no” secchi ma sono decisamente e sistematicamente accondiscendenti verso la prole. Questa scelta non educativa porta ad una FABBRICA DI PSICOPATIA come indicato a pagina 179 del testo qui indicato;
g) un aspetto estremamente PERICOLOSO nel tratto con uno psicopatico e da tener presente nella definizione della posizione terapeutica, è la spiccata attitudine del paziente a confondere ogni cosa. E’ psicotico colui che scientemente ricerca la totale confusione verbale e concettuale aprendo un labirinto di concetti e contro concetti inventati solo per ostacolare la riabilitazione mentale. Riflettendo su questa spiccata attitudine, viene in mente l’atteggiamento di chi soffre di devianza sessuale e omosessuale per cui l’atto in sé non è espressivo della patologia, ma derivato da una condizione psicotica a monte. Detto in altri termini, l’espressione sessuale deviante è appena una manifestazione esterna di un male mentale più profondo. A pagina 171 del testo si scrive: il sadismo è un ingrediente della psicopatia o della dissociazione.