Le prospettive a breve in ambito Ue relative alla Grecia, l’euro e la prossima crisi monetaria: aprile 2015
Oggi è il 4 aprile 2015, l’8 il vertice del governo greco, recentemente eletto, si recherà a Mosca per cercare un interlocutore nel premier Putin. La richiesta sarà sempre la stessa: soldi.
E’ singolare che un governo appena eletto abbia ridotto il suo paese a livello di straccioni d’Europa.
Sarebbe stato dignitoso, per la Grecia, uscire subito dall’euro adottando la dracma (la moneta precedentemente utilizzata) impegnandosi nel lungo/lunghissimo tempo alla restituzione dei debiti contratti. Da questa manovra, figlia dell’orgoglio ellenico per rilanciare il paese attraverso il turismo e l’agricoltura, sarebbe nato un nuovo modo d’intendere la Grecia in Europa. Purtroppo così non è stato, il che manifesta immediatamente la reale statura dell’attuale vertice politico greco.
Detto questo quali saranno gli scenari futuri a breve che si aprono in Europa?
E’ molto probabile che la Russia utilizzi la Grecia per “ripagare il conto delle sanzioni commerciali”, dovute al suo avventurismo militare e coloniale verso l’Ucraina. Ciò significa offrire denaro liquido alla Grecia purché esca dall’euro sperando, con questa manovra, in una crisi monetaria dell’area euro. In effetti è credibile che si scateni realmente una crisi monetaria importante per l’euro scoprendone ancora di più le sue strutturali debolezze. Addirittura è anche ipotizzabile che altri paesi decidano di lasciare l’euro che è una moneta forte per nazioni ricche, il che taglia fuori l’intera penisola iberica, italica, balcanica e altre Nazioni.
Andare oltre, in ambito macroeconomico, come previsioni sull’euro e la Ue, appare azzardato.
E’ invece interessante meditare sulle immediate conseguenze di una crisi monetaria in Italia.
Probabilmente i consumi interni dovrebbero calare nuovamente (almeno un -5%) e quindi spingere al fallimento un numero maggiore d’imprese rispetto ad oggi. Un importante calo del prezzo delle case (forse il -20%) e una sostanziale non tenuta dei conti pubblici, aprendo per l’Italia una prospettiva modello “Argentina”. Ne consegue ovviamente una crisi di governo ed elezioni per chiarire definitivamente chi abbia realmente i voti per governare (oggi non è così, avendo un Presidente del Consiglio non eletto da nessuno e sostanzialmente illegittimo o privo di legittimità politica). Questo è quanto è pensabile a breve per l’euro, la Ue e l’Italia.
Sopravviverà l’euro? Non è sicuro. Certamente l’euro esprime una bella idea applicata male. Sapranno le cancellerie d’Europa aprire un processo d’autocritica che riformi l’euro o lo annulli? Servirà certamente molta onestà che oggi non c’è.