Prima guerra mondiale – commento al libro della Margaret Mac Millan
di Giovanni Carlini
Considerazioni generali
Ho letto 3 volte questo libro nel corso del 2014 per onorare la memoria a 100 anni dallo scoppio della Prima guerra mondiale di tutti i feriti, mutilati, morti e dispersi in quel conflitto.
L’autrice, la Signora Margaret Mac Millan, studiosa canadese, ha svolto un grande lavoro e scritto un’opera di sicuro interesse, commettendo però degli errori molto importanti e imperdonabili:
a) ha completamente trascurato l’Italia, cui dedica in tutto 7-8 pagine sulle 712 del testo. Probabilmente, interpretando il pensiero dell’autrice, l’Italia conta poco nella cause scatenanti del conflitto, ma molto nel suo sviluppo sul fronte meridionale. Oppure si potrebbe effettivamente affermare che il ruolo dell’Italia sia stato del tutto periferico nell’ambito della Prima guerra mondiale. Probabilmente tutto ciò è vero, resta il fatto però che ogni accenno alla posizione dell’Italia, relativamente al 1914 è offensivo verso questo paese, trasudando razzismo e disprezzo. Questa posizione irrita e indispettisce sia il lettore che squalifica l’autrice del testo, la Signora Mac Millan;
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b) l’autrice soffre quindi anche di un atteggiamento d’aperto razzismo verso chi ha creduto nella Prima guerra mondiale come una possibile soluzione di transito dal vecchio al nuovo mondo. In quest’azione di denigrazione, esalta ovviamente il pacifismo, che si è rivelato assolutamente ininfluente sulle vicende che hanno condotto comunque allo scoppio della Prima guerra mondiale;
c) infine, calca esageratamente sull’omosessualità come se quest’argomento fosse significativo ai fini della vicenda del 1914. Indubbiamente la Signora Mac Millan è alla ricerca di temi che per quanto marginali o addirittura fuori testo, possano darle comunque audience. Peccato, perché in un’opera così vasta non ce ne sarebbe stato alcun bisogno.
Nonostante questi difetti l’opera va letta, meditata pur considerandola inadeguata e incompleta per comprende come la Prima guerra mondiale sia scoppiata. In effetti, avvicinandosi a questo lavoro, la sensazione era quella di poter apprezzare la riedizione del famoso libro della Signora Barbara Wertheim Tuchman: I cannoni d’agosto, storia e preludio dei primi mesi della Prima guerra mondiale, per il quale vinse il prestigioso Premio Pulitzer nel 1963. Non solo, il libro della Tuchman fu anche donato dall’allora Presidente John Fitzgerald Kennedy al premier sovietico, Nikita Chruscev, all’indomani della crisi dei missili di Cuba a titolo di monito “affinchè non accada più”.
L’invito di Kennedy ai russi, nel 1962 fu semplice a complesso allo stesso tempo: come nel 1914 i politici non seppero gestire la crisi, lasciandosi trascinare dai militari, così non deve più accadere perché il potere politico, eletto democraticamente dal popolo, deve saper mantenere la responsabilità della guida della Nazione, senza delegare a chi ha una visione limitata e parziale della vicenda. Ecco che così si delinea meglio la grande lezione all’umanità del 1914, posta in luce con magnifica semplicità e accuratezza dalla Signora, giornalista e autodidatta in storia, Barbara Tuchman.
Con questo sapore in bocca, accostandosi all’opera della Mac Millan, cercando la replica e rilancio del lavoro della Tuchman, si rischia di rimanere delusi nonostante, come già detto, sia saggio meditare anche questo grande lavoro di ricerca sul preludio alla Prima guerra mondiale.[/fusion_builder_column][/fusion_builder_row][/fusion_builder_container]