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Potrebbe accadere anche a me d’ammazzare moglie e figli?

by Giovanni Carlini
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Potrebbe accadere anche a me d’ammazzare moglie e figli?

Potrebbe accadere anche a me d’ammazzare moglie e figli? I recenti fatti di cronaca schiaffeggiano e offendono la sensibilità delle persone. Come si fa a uccidere a coltellate i figli e la moglie, inseguendo un’infatuazione non corrisposta? Come se non bastasse, c’è anche chi ammazza le ragazzine. Questo pur essendo padre, figlio, marito, imprenditore.

Questo contributo è completamente estraneo al filo conduttore fin qui seguito. Questo perché i lettori hanno richiesto un approfondimento tematico. Infatti molti degli studi qui proposti, emergono da specifiche richieste. Le domande pervenute in Redazione sui fatti di cronaca sono: può capitare anche a me quanto accaduto? Momenti d’ira, sconforto, depressione possono portarmi a fare una strage? I fatti sono quelli di cronaca che spesso si leggono sui giornali.

La risposta vuole essere molto secca e diretta: NO! Quello che è accaduto non risponde a un raptus di follia. E’ sempre l’epilogo di una lunga degenerazione.

Il processo degenerativo solitamente inizia nella ricerca ossessiva dell’estetica. L’obiettivo è per sentirsi “bello”, non più per gli altri, ma per se stessi. Si tratta di un capovolgimento della logica estetica. Essere belli per se stessi è sano. Spesso però è l’ingresso per chiudersi in forme maniacali d’incomunicabilità affettiva. Segue la superficialità nell’assenza di contenuti. Non si legge più se non nelle solo per sintesi degli appena titoli. Si confonde sogno con realtà rifuggendo dagli impegni dell’amore e dalla sua disciplina.

Questo inseguendo una finta vita le cui puntate corrispondono ai film visti. Spesso ci si confonde con grandi eventi mediatici vissuti con passione. E’ il caso del concerto del Signor Rossi (Vasco) dell’estate 2017.

Sul lavoro si è maniacali e precisi, in una finta facciata d’efficienza.

In realtà, in percentuali diverse, tutti siamo parte di quanto appena elencato. La miscela diventa esplosiva nella presenza simultanea di tutti gli aspetti. Qui scatta l’innesto.

L’estetica rappresenta un passo della nostra civiltà.  Nel caso questa “estetica” degradi a esibizionismo si forma il primo tassello. E’ un itinerario di sganciamento dalla realtà. Tempo fa, in questo rubrica fu scritto: quando il fallimento ce l’hai cucito sulla pelle. Anche in quel caso si descrisse la crisi dell’azienda come una degenerazione. Oggi, parlando di follia omicida in ambito familiare si conferma lo stesso concetto.

L’antidoto si chiama moderazione. Equilibrio, buon senso, cultura e sensibilità. Amore sia emotivo sia fisico. Passione per la vita, pazienza, dedizione. Tutti aspetti che nascono dalla famiglia d’origine e sono coltivati nella coppia. Ecco che quel potrebbe accadere anche a me va contestualizzato. 

Per quanto antipatico possa essere, sorge qui una domanda terribile. Dov’era la moglie che poi è la vittima del meccanismo perverso? Un iter che il coniuge ha visto nascere, ma non ha saputo gestire. Ecco il peccato capitale della società moderna. Non abbiamo capito che l’amore è anche vigilanza. L’amore è azione, consiglio, educazione, militanza, esserci! Concetti sconosciuti. 

L’amore è creare attesa e soddisfarla, educando il partner all’indispensabilità del sentimento. E’ una strategia per addolcire quel grido di dolore derivante dalla solitudine di gente che vive insieme. Forse questi aspetti saranno stati percepiti dall’altra donna. L’amante che ha accecato nella rabbia il marito scatenandolo sugli unici valori che aveva: la famiglia che è stata sterminata.

parkinson

Possiamo anche noi essere come lui, l’assassino? Il padre e marito che uccide la famiglia? La risposta è SI. Affermativo se dovessimo ricomporre tutti gli elementi di questa miscela, introitandoli dentro la nostra sensibilità per lungo tempo.

Una formula così composta ormai è materia di studio per i manuali di criminologia, sociologia della devianza, psicologiaclinica e sociale.

Concludendo: potrebbe accadere anche a me? Nel caso avessimo gli elementi di rabbia, gelosia e sofferenza non significa affatto condurli a un livello di massima potenzialità. Questo perché chi ci è vicino, intimamente sa fermare un percorso degenerativo. Lo sa fare con amore e sagacia. Ecco perché noi siamo diversi da quanto accaduto. Sappiamo fare squadra nell’amore e nel lavoro.

Da soli ci potremmo incagliare in quello che oggi stiamo osservando con orrore. La solitudine, vissuta in mezzo agli altri. Questo è certamente il detonatore di un’epoca più difficile rispetto al passato. Siamo ricchi di cose che consumiamo, ma poveri di quelle che restano per l’anima. La diversità la stabiliamo nella misura in cui sappiamo amare.

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