Post moderno è colui che in aeroporto, per esempio, ha fame e compra qualcosa o semplicemente consuma da Starbucks.

Il moderno apre lo zaino e addenta un panino ricco di contenuti che s’è già preparato da casa prima del viaggio.

Il post moderno commette femmicidio, il moderno discute e al massimo divorzia.

C’è una radicale differenza tra un moderno e il postmodernità. Il primo è un Uomo (vale ovviamente per la Donna) mentre il secondo non si sa cosa sia. In epica postmoderna il soggetto cambia idea a seconda della situazione e del contesto. Per il post moderno è importante appartenere, non si sa a cosa, l’importante è far parte del mucchio distinguendosi grazie alla moda e all’esibizionismo maniacale.

Per il post moderno la moda è importante e così anche il marchio. Si tratta d’elementi di differenziazione per chi in realtà non si vuole per nulla distinguere, ma solo apparire. Patologicamente ammalato d’esibizionismo, il post moderno riesce a vivere solo se infrange qualche regola confermandosi malato & individualista annegando nella monotonia del gruppo.

Messo in questi termini il post moderno è un immaturo.

Con tali premesse è veramente, ma veramente difficile seguire il filo della meditazione offerta nel testo “Psicologia del consumatore” Consumi e costruzione del significato di Giovanni Siri.

Il libro di Siri da per scontato che siamo in era post moderna da cui pontifica su un consumatore succube del consumo. Ora che il consumo sia importante non ci sono dubbi. Che quest’ultimo sia la definizione esistenziale, come scritto nel libro, si scorge la voluta estremizzazione.

Come al solito, il concetto è valido, però l’applicazione pratica decisamente scadente. Il consumo ha senso, ma quando entra nel maniacale concorre alla patologia non alla psicologia.

Patologia e psicologia, due termini da ricordare quando si devono sopportare le pagine di Giovanni Siri così forzatamente orientate.

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