Polmonite cinese e una valutazione sul quadro complessivo iniziando a tirare le somme di un evento appena iniziato, ma da capire.
Il virus cinese è così indicato perchè proviene dalla Cina.
Nasce un problema di sanità pubblica verso un Paese che si conferma come focolaio permanente di più epidemie nella storia passata e recente.
Non era forse la Cina quella Nazione che era considerata la nascente potenza mondiale destinata a scavalcare gli Stati Uniti?
Una potenza non è tale per i soli bilanci commerciali, al contrario serve cultura (e la Cina la possiede) ma anche democrazia (che difetta).
La Cina finché resterà al mero livello di dittatura comunista non potrà mai ambire a nulla restando in un livello politico e sociale più basso tra quelli possibili.
Possiamo definire la Cina una “repubblica” delle banane? L’interrogativo è pertinente.
Liquidata la Cina, declassata a mera e solo dittatura, quindi fuori dalle graduatorie delle Nazioni civili, emerge anche una novità.
Con la caduta ignobile della Cina ne consegue anche la globalizzazione.
Finita la Cina finisce anche la globalizzazione: evviva! era ora.
Oltre alla considerazioni strategiche e di geopolitica, torniamo all’attualità con la polmonite cinese e iniziali conseguenze!
Tralasciando l’integrale aspetto economico, CHE NON INTERESSA PERCHE’ DA MORTI NON SI LAVORA, c’è una sopravvalutazione del tema al momento.
Significa che ci troviamo in un’eccessiva focalizzazione sugli aspetti economici rispetto quelli sostanziali: la morte.
Probabilmente questa deformazione deriva dall’eccessiva concentrazione della polmonite sulla sola popolazione anziana.
Finché il virus cinese non toccherà anche le classi giovanili e quelle medie, si assisterà allo sbilanciamento tra importanza dei fattori tra vita e reddito.
Si capisce al volo che in questa sede è più importante la vita umana rispetto al reddito.
Ne consegue che la perdita di 21.500 persone in 50 giorni è ritenuta, QUI come grave (il dato è riferito solo all’Italia).
Polmonite cinese e conseguenze: mortalità al 35% dalla terapia intensiva. Mortalità generalizzata sopra il 10% concentrata su un’età media di 60 anni.
Di polmonite cinese ci si ammala nuovamente (ricaduta) motivo per cui non sono immuni neppure i “guariti”.
Che brutta eredità ci ha lasciato la Cina comunista per chiudere l’era globalizzata!