Polmonite cinese abbassare la protezione alla sicurezza collettiva è letteralmente folle!
Questo giudizio non emerge per scrivere qualcosa e riempire spazio.
I dati sono:
- infezioni in aumento: siamo a 60mila nuovi infetti al di;
- morti, costantemente intorno ai 200 al giorno. Probabilmente a questo punto il totale dei deceduti sulla pandemia da virus cinese, potrebbe avvicinarsi alle 155mila unità. La seconda guerra mondiale costò all’Italia 320mila tra caduti e dispersi.
In una condizione del genere, per inseguire il “mito del PIL altrimenti scoprono che l’Italia è già fallita per eccesso d’indebitamento sul PIL” lasciamo che s’alzino gli infetti e proseguano le morti?
Polmonite cinese abbassare le difese vuol dire condannare un certo numero d’altre persone a morire. Probabilmente quelle stesse che in televisione ringraziano per la “libertà ritrovata”. Soggetti che si riferiscono al locale notturno e quindi all’accesso ad infettarsi più facilmente.
Qualcuno potrebbe dire: ma allora il settore economico “elastico”, quello non necessario alla Nazione, bar, alberghi, ristorante, turismo e servizi che fa?
Chiude per riaprire quando sarà possibile.
Il settore economico su divide in tante componenti. Certamente quella più diretta e significativa riguarda il settore dei beni inelastici (beni di cui non si può fare a meno) ed elastici (la cui assenza cambia di poco la vita).
Un settore elastico è sacrificabile, uno inelastico no. Il concetto dovrebbe essere estremamente semplice.
Se i nostri imprenditori sono baristi e ristoratori, di fronte a una pandemia vengono spazzati via. Nel caso i nostri imprenditori siano chimici, nella meccanica, agro-alimentare etc.., restano. Questa differenza era nota all’imprenditore dal primo giorno della sua attività. Che senso ha protestare in piazza se i locali sono posti in condizione di non lavorare e vivere di stenti? Cambino mestiere e emigrano se non ci fossero più le condizioni per fare impresa.
Chissà come mai tanti connazionali sono emigrati per il mondo.