Planes of fame è il nome di un museo aeronautico, per la precisione uno dei due che contemporaneamente insistono sull’aeroporto di Chino, in California. In se per se un museo senza nulla di speciale, eppure qui si costruisce la memoria storica in modo completamente diverso rispetto al resto del mondo.
E’ vero, in America, quasi tutto diventa spettacolarizzazione e quindi un’azione di successo.
La spettacolarizzazione è il seme grazie al quale si passa da una normale attività soggetta a fallimento a un mito in grado di cambiare il gusto e la percezione del prodotto al cliente.
A fianco al successo di Planes of fame c’è anche un esempio di fallimento. Ad Apple Valley, nella contea di San Bernardino, sulla Interstate 15 che collega Los Angeles a Las Vegas e oltre, c’era una meravigliosa villa collocata su una collina. In questa villa fu girato il film con James Bond “Una cascata di diamanti”.
La villa non è stata mai valorizzata, è andata in rovina e come rudere è stata recentemente demolita e spazzata completamente via dal panorama edilizio della zona. Ora c’è solo la collina nuda e cruda. Ecco come un qualcosa che avrebbe potuto rappresentare l’unico museo di James Bond al mondo, è andato distrutto e perso. E’ mancata la spettacolarizzazione!
Planes of fame, al contrario, sa mettere in pista per il decollo 3 aerei, dello stesso tipo e far volare i visitatori; siamo su un piano completamente diverso.
Che cosa sta accadendo? Un museo non può e deve limitarsi all’offerta passiva pretendendo che i visitatori siano trascinati come gita scolastica nella visita. In effetti abbiamo musei di grande successo come gli Uffizi a Firenze, dove dobbiamo scaglionare gli ingressi per rendere vivibile la visita. E’ vero, ma i nostri musei sono tutti così?