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Pierre Bourdieu, presentazione del testo La distinzione del 1979

by Giovanni Carlini
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Pierre Bourdieu, presentazione del testo La distinzione del 1979

Pierre Bourdieu è stato già qui ricordato per l’opera La distinzione scritto nel 1979. Come tutti i classici però impone una rilettura. In questo tornare a rileggere un testo importante emergono nuovi appunti. Quanto qui riportato riguarda la sola presentazione al volume, in tutto 14 pagine.

La distinzione è definito uno dei grandi esiti della società contemporanea. Addirittura nel Gotha dei primi 3 volumi più importanti e fondativi della sociologia. L’Etica, Il suicidio e quindi La distinzione. Va rilevato come la fama dello studio compiuto, travalichi i confini della sola sociologia. Questo grazie all’importante polemica che ne è scaturita. Si tratta di un caso di successo da studiare dove lo “scandalo” è servito come pubblicità.

Pierre Bourdieu lancia una teoria dello spazio sociale. Nel farlo critica la filosofia kantiana del giudizio estetico. L’autore unisce (senza contrapporre) la cultura alta con quella popolare detta “in senso ampio”. Tecnicamente, quest’ultima, sarebbe la cultura in senso antropologico. La somma delle 2 collocazioni culturali, offre l’assetto culturale vigente in atto. A questo punto la cultura è un insieme di pratiche simboliche e materiali, che costituiscono un modo di vivere. Siamo giunti al punto cruciale dell’intera opera. Bourdieu cerca nella struttura delle classi sociali, la percezione del piacere estetico. Ecco l’essenza del tutto.

I bisogni culturali sono in funzione dell’istruzione ricevuta dell’origine sociale.

Ora un altro colpo di scena. L’arte (cultura alta) non è “asettica e pura”. In realtà l’arte vuole assolutamente essere l’opposto dei ceti popolari. Solo attraverso questo voler essere diversi e con la frattura sociale, l’artista si può distinguere. Chi segue l’arte VUOLE la frattura sociale per distinguersi. Il consumo di arte, il teatro, la musica classica è pura voglia di volare alto sul popolo ignorante. Bourdieu smaschera la finzione del senso artistico che altro non è che “crema d’esibizionismo patologico”. Si aprono le porte al concetto di CONSUMO COME ARMA SOCIALE che sarà completato da Vera Zolberg negli anni successivi (1986).

Prima della Zolberg, Bourdieu definisce il consumo come una violenza simbolica dei forti sui normali. Il passaggio nel considerare lo shopping come patologia sociale non è lontano. Assistiamo a un processo di distacco per identificarsi tra classi medie verso le popolari. Quindi da quelle borghesi contro le piccole borghesi. Un processo che esibisce lo sforzo che lo sostiene e quindi ridicolizza tutti senza che se ne accorgano. Certamente il GUSTO diventa il modo per classificare gli altri e riconoscersi. Il GUSTO rappresenta la sintesi.

La ricerca di Pierre Bourdieu nasce da due aspetti. Lo studio sulle istituzioni scolastiche e le pratiche culturali. L’obiettivo è trovare una nuova teoria dell’agire sociale. Questa teoria si pensi ruoti intorno al consumo. UN CONSUMO CONSIDERATO UNA STRUTTURA TEORICA IN MOVIMENTO. Qui si consuma il primo strappo concettuale tra Bourdieu e Veblen. Per quest’ultimo il consumo vistoso è necessario per la distinzione. Bourdieu inserisce invece l’idea di habitus. Lo studioso francese ritiene si consumi in forma vistosa non tanto solo per farsi notare quanto sintesi ed espressione di un ambiente culturale che contraddistingue.

Questo ambiente culturale, nel quale si nasce e vive, contribuisce a definire l’habitus.

L’habitus è un discorso pericoloso. Lo è nella misura in cui una persona semplice non consumerà mai un prodotto di lusso. Sappiamo che non è vero. Certamente Bourdieu ci dà delle indicazioni di pensiero valide negli anni Sessanta e Settanta. Oggi restano indicative e alla base dello studio del fenomeno di comportamento.

Nel confronto con la Scuola di Francoforte, Bourdieu introduce nuovi punti di vista. Viene superata la concezione complottistica di Adorno e Horkheim. Quel pensare alla società come una pugnalata alle spalle dell’uomo moderno tipica di Adorno. Al contrario per Bourdieu il consumo è nella meccanica delle relazioni tra classi anzichè un tradimento dei valori. La sociologia di Bourdieu diventa così una socioanalisi. Come afferma Gaston Bachelard, la vita diventa un caso particolare del possibile.

Buona lettura

 

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