Perchè incolpare la cultura bianca se una minoranza non si è integrata negli ultimi 150 anni?

Solitamente si da sempre la colpa a qualcuno per il mancato successo. La riflessione trova motivo dagli Stati Uniti che frequento e vivo dal 2004. Di stati, tra i 50 che non ho ancora studiato, capito e frequentato, ce ne sono una decina compresa l’Alaska. La massa di quelli che non frequento sono identificabili nel “deep south“. In effetti sono quelli dove la popolazione di colore è più numerosa.

Non conosco il sud del Paese, se questo può essere racchiuso tra il Texas che frequento spesso e la Florida che conosco bene. Ciò nonostante in tutte le metropoli statunitense vedo sempre lo stesso problema: ispanici super attivi e neri sul margine della società. Certamente al calare del sole tutti a casa con la pistola nel cassetto della cucina o in camera da letto.

Anche in Italia lo stesso vizietto di dare la colpa agli altri dei propri problemi. La CGIL, ad esempio, afferma che il femminicidio è un problema dei “maschi”. In realtà è profondamente decaduta la capacità di presa delle donne sugli uomini, specie da quando sono le “compagne” dei maschi. Una volta le donne erano le mogli degli uomini con una capacità d’indirizzo molto diversa e forte. Al decadere della capacità d’indirizzo dell’uomo, da parte femminile, accade quanto sappiamo tutti. Perchè la colpa dovrebbe essere di uno dei due generi quando in realtà è almeno d’entrambi e sicuramente di una donna che ha meno forza e cultura per imporsi con la sua sensibilità nella dinamica di coppia?

Chiuso il paragone italiano si torna agli Stati Uniti. La popolazione di colore lavora bene nell’impiego pubblico: sceriffo, agente di polizia, postino, impiegato, insegnante, militare. Fuori da questo paradigma c’è il non inserimento sociale quindi la banda di quartiere, lo spaccio, il crimine. Chi s’azzarda a farsi due passi di notte, da solo, per Central park o nei quartieri neri? Sarebbe colpa dei bianchi se nei quartieri neri t’accoltellano?

I democratici non possono vincere le presidenziali di novembre 2020 perchè stanno reclutando (per averne i voti) quelli che abbattono le statue.

Protestare va anche bene, ma abbattere le statue è un crimine.

La festa dei facinorosi (in massa di colore) isola questi soggetti dalla Nazione e condanna il partito (democratico) che li accoglie. 

A questo punto il problema non è se il Presidente Trump vinca o no, ma come e di quanto perde il partito democratico. Perchè la massa dei commentatori non riesce a capire l’ABC degli atti sociali restando a livello CGIL? E’ più facile incolpare gli altri vero?

La colpa dei nostri insuccessi non è degli altri, ma solo nostra. Questo vale per le donne che non sanno proporsi come mogli (per tutta la vita) e per i neri che restano vittime di se stessi (per tutta la vita).

Perchè incolpare la società bianca del mancato inserimento dei neri senza farsi un esame di coscienza?

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2 comments

Mattia 30 Giugno 2020 - 16:38

Lucida analisi dei fatti come sempre. Intrigante il parallelismo con la situazione in Italia. Non mi addentro nella questione delle inutili proteste e manifestazioni qui in Italia per solidarietà con la minoranza nera americana…come se non ci fossero cose più importanti a cui pensare per noi prima!

Giovanni Carlini 30 Giugno 2020 - 19:14

in era globalizzata si ama “ragionare” per sintesi usando parole-concetto come accoglienza, solidarietà, uguaglianza, pari diritti, diritti civili etc.. poi però quando si entra nel merito scoprendo che il diritto civile è un fatto culturale e politico da non confondere con aspetti sessuali, il mondo crolla accorgendosi d’aver costruito su basi non solide; come un gelato che si scioglie sotto il sole d’agosto. Cosi anche la contestazione nera negli Usa che a messo a nudo la debolezza estrema del partito democratico che non vincerà a novembre 2020. In gamba e grazie per l’attenzione dedicata a questa riflessione.

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