PAYG pay as you go vuol dire pensione pubblica. Articolo 5 nella serie Taccuino americano 2018 dedicato al tema della pensione nel confronto Usa-Europa e Italia.
PAYG pay as you go rappresenta l’acronimo per indicare il sistema pensionistico statale. Attenzione che la pensione non è solo di fonte statale come già ricordato nel precendente articolo, il numero 4 di questa serie! Infatti i pensionati statunitensi ricevono come PAYG solo il 45% del loro reddito e hanno pagato contributi al 12,4% rispetto il 40% italiano.
Chissà come mai in Italia l’INPS richiede così tanto denaro!
Il motivo che sostiene questo articolo 5 della serie è la riflessione sul crollo dell’attività lavorativa nei 10 anni prima del pensionamento. Mi spiego. A 65 anni si è collocati in quiescienza, ma in realtà ci si ritira spontaneamente dal lavoro molto prima!
La ricerca pura sul tema conferma il crollo. Stabilite 2 fascie di età: 60/64 e 55/59, il confronto riguarda il 1960 e 40 anni dopo, il 2000. Ebbene nel 1960 era ancora in attività il 70% della fascia 60/64 e il 60% della successiva. Nel 2000 cambia tutto! Quanto era al 70 passa al 20% e ciò che era stato registrato come 60, si ritrova al 30%. Sono cifre da capogiro. Dati che peggiorano notevolmente gli assetti pensionistici statali organizzati sul PAYG pay as you go.
Una dinamica di questo tipo non è stata riscontrata negli Usa e nella UK.
L’urgenza di una riforma delle pensioni nasce anche da questa tendenza, oltre al già citato sfondamento o avvicinamento della soglia critica del 33,3% sul totale della popolazione degli over 65. Già la Banca Mondiale emise un rapporto sulla sostenibilità del sistema pensionistico nel mondo Occidentale nel 1994. E’ seguita anche la Commissione Europea nel 2003. Da allora le pensioni e il sistema PAYG pay as you go è nell’agenda dei diversi governi. Nessuna cancelleria occidentale, però, al momento è riuscita a sviluppare un approccio culturale al tema.
