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Showroom: esperienze imprenditoriali di Cosenza e Firenze

by Giovanni Carlini
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Showroom a Cosenza e Firenze.

Da questa esperienza emergono delle considerazioni più vaste sull’importanza degli imprenditori quale sale della società moderna.

Se non siamo più al Medio Evo (con tutto rispetto per quell’epoca) ma in una fase di consumi per il miglioramento della qualità di vita, lo si deve agli imprenditori.

In questo articolo si focalizza una categoria particolare d’imprenditorialità: gli imprenditori del parquet. Si tratta per persone che attraverso lo showroom cercano di comunicare con il cliente. Però questo studio non vuole fermarsi sulla tecnica d’allestimento dello showroom come già svolto in altri articoli. A differenza di quanto già meditato, qui il focus è sull’imprenditore. Chi è questo soggetto, quali i pregi e difetti?

Senza imprenditori la società sarebbe arida e persa in se stessa. Questo è vero, ma quanti problemi presentano questi imprenditori! Non possiamo fare a meno di loro, ma hanno anche delle problematiche di grande respiro. La più importante difficoltà degli imprenditori, presi come categoria sociale, è quella di non ascoltare, di non fidarsi, d’essere arroccati nelle loro posizioni familiari avendo creato delle imprese familiari che poco hanno a che fare con l’azienda vera e propria. Ci troviamo con la moglie all’amministrazione, la figlia che ha strappato una laurea per smettere si leggere e pensare per il resto della vita alla direzione di marketing e infine il figlio, a volte analfabeta, al commerciale; così facendo si è bloccato il management aziendale per i successivi 50 anni. Questa non sono imprese, infatti sono imprese padronali!

Il libro L’impresa padronale focalizza senza pietà quegli errori da non commettere. 

Gli imprenditori che valgono in termini professionali sono quelli che, con processi di ricerca e sviluppo, sviluppano nuovi prodotti e spingono per l’internazionalizzazione. Ecco la vera impresa che non è certamente quella che impiega 2,8 persone. In Italia abbiamo 4,5 milioni di imprese che hanno mediamente 2,8 dipendenti l’una, quando in Germania ci sono 4 milioni di aziende, ma con una media di 23 dipendenti! (la Grecia ne ha in tutto 60mila d’imprese). Questo discorso è generico. Coglie tutti gli imprenditori nazionali.

Cosa fare per degli imprenditori ignoranti?  La via più saggia sarebbe quella d’offrire alle aziende dei fondi da non restituire, con i quali svolgere formazione interna (obbligatoriamente) e il piano di marketing. Solo in questa maniera è possibile risollevare un sistema economico e industriale carente e squallido, dove si lavora per la famiglia non per la Nazione. Certo è comprensibile che sia così, ovvero l’affezione verso la famiglia anzichè l’azienda e il Pease, ma non per generazioni e generazioni, infatti all’estero (USA) nelle piazze dei vari paesotti della pratica, ci sono monumenti all’imprenditore locale. E’ un cambio di cultura quello che serve. 

Nel contesto non lusinghiero dell’imprenditoria italiana, ridotta ad essere padronale, ci sono gli imprenditori del parquet.

Questi uomini e donne attraverso lo showroom cercando un collegamento con il cliente. Almeno si sforzano d’essere creativi! Evviva abbiano lo sforzo.  

Pur cogliendo tutti i difetti della categoria, l’imprenditore del parquet sa spaziare. Si arrangia. Crea. Modifica. Sposta. E’ creativo! Indicando in questi imprenditori un esempio per tutti, si presenta quest’intervista. Buona lettura.

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