Ode funebre a una donna di 45 anni deceduta oggi per collasso.
Ode funebre per dare onore a un fatto che non si capisce. Ciò che accade fuori dalla logica è difficilmente comprensibile. In primavera è deceduta mia suocera. 84 anni, ammalata, quasi la sua dipartita (dolorosa) è stata “logica”, attesa, accettata. E’ veramente brutto a dirsi come sia condivisibile un evento funebre in età avanzata e in malattia. Ciò che invece è completamente non logico sfugge alla capacità di analisi. Che cosa dico a una donna che rispetto oggi deceduta a 45 anni di collasso cardiaco?
Anna, il nome di questa “ragazza” che in realtà è donna, da oggi non c’è più. La conosco da 36 anni, da quando lei era bimba, grosso modo 9 anni. Non mamma, non moglie, solo compagna da qualche mese. Tutto qui. Al di là della vita terrena di Anna, qui serve trovare un senso in ciò che è senza senso.
L’idea, per questa ode funebre, è quella di vivere di più. Pensare di più. Amare di più, leggere di più, studiare di più. Scrivere e pubblicare di più. Passeggiare di più, respirare di più. Guardare di più. Fare tutto di più per se stessi in una vita potenziata anche da chi vorrebbe ancora vivere e non ce l’ha fatta. Noi “superstiti” siamo chiamati a vivere anche per chi non ha potuto proseguire. Ecco la dignità del vivere; quando la vita è piena! Piena del ricordo e presenza di chi ci è caro, ma non c’è più. Noi abbiamo il compito di dare vita a un ricordo e a una persona che altrimenti morirebbe veramente.
Un’ode funebre serve per dare onore e memoria a un ricordo buono, sano, gradevole della vita. Ciao Anna. Sei stata quella bimba che è cresciuta sotto i miei occhi e quelli più amorevoli della tua famiglia. Oggi stento a riconoscerti donna, pensandoti sempre ragazza. Grazie per aver vissuto.