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Novembre 2009. Osservatorio sull’industria degli stampi del prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Novembre 2009 osservatorio sulle condizioni economiche dell’industria degli stampi studiato dal prof Carlini

di Giovanni Carlini – sociologo, esperto di marketing
aggiornamento al 30 novembre 2009

Novembre, i riferimenti:
www.toolox.com/surcharge.htm
http://www.lme.co.uk/
http://www.tokaicarbon.co.jp

Linee di tendenza: il quadro generale a novembre

La più importante materia prima

In questo rapporto si parla di materie prime, ma non va dimenticata la più importante: la liquidità. Ultimamente questo “fattore della produzione” è alquanto critico per diversi aspetti: insoluti e difficoltà del sistema bancario nel rispondere adeguatamente alle richieste. Ci sono soluzioni? ovviamente si. Non hanno ancora inventato un problema senza almeno una soluzione valida (lo diceva nel 1875 Max Weber con il metodenstreit).

Ipotesi di soluzioni a novembre

Un nuovo impiego della sociologia dei consumi è quella di tenere corsi di “recupero crediti” che in effetti, in quarta edizione, in soli 2 mesi hanno successo. Il filo conduttore dello spunto formativo si basa su un concetto: l’insoluto è maggiore dove manca una politica di gestione del cliente. Detto in termini più semplici si parla di conoscenza psicologica delle persone umane, quindi customer care, contatti frequenti con il cliente non solo per solleciti e uso elementare delle prime regole di marketing, ad esempio, perdere un cliente costa 17 volte il prezzo per acquisirlo. La conclusione è: l’insoluto rappresenta la degenerazione di un cattivo rapporto con il cliente, il quale, obiettivamente in crisi di liquidità, “sceglie” chi pagare per ordine d’importanza. Il punto è “spiegare-ricordare” all’utenza quanto il prodotto realizzato sia importante! Quindi l’insoluto non è qualcosa che accade senza motivazioni da subire.
Più complesso il discorso con la banca. In questo caso “le nuove regole” sono del genere: “se ti auto finanzi ti sostengo”. In pratica, laddove la proprietà interviene sul capitale sociale dell’impresa (liquidando anche beni propri e in tal senso potrebbe essere letto lo scudo fiscale) il sistema bancario è più disponibile “a svolgere la sua parte”.

I prossimi mesi

Se in agosto 2009 il calo dei consumi interni è stato del 2,9 rispetto il 2008 è convinzione comune che questa tendenza possa accelerare per cui i primi mesi del 2010 non saranno affatto “facili”. Riprende quindi piede la prospettiva di una congiuntura a forma di W. I segnali sono diversi e tutti coincidenti su questo scenario. In particolare:

– la crescita del prezzo delle materie prime, indotto dalla speculazione che si indebita in dollari (considerato il basso costo) e acquista petrolio, rame e quant’altro possa essere speculato;

– il sistema aziende in Italia ha assorbito la crisi nel 2009 ma questa è destinata a ricadere sulle famiglie nel 2010, che reagiranno contraendo i consumi;

– le reali difficoltà nel ricevere liquidità dal sistema bancario.
L’insieme di questi aspetti, impone al sistema azienda l’adozione immediato di nuove politiche reattive.

Tendenza materie prime a novembre

Acciaio

Il 28 novembre del 2008 l’acciaio quotava al London Metal Exchange 295 dollari la tonnellata. Alla stessa data del 2009 il prezzo è di 380 con una differenza del 28,81% in un solo anno. Il confronto sull’arco temporale è qui di 1 anno anziché i 6 come sull’alluminio e rame, perché al LME hanno serie storiche diverse.
Specificatamente per il mondo degli stampi le tipologie di acciaio che interessano sono:

– lamiere (di ridotto spessore)

– blocchi (lamiere di grosso spessore)

– billette e bramme lavorate tramite forgiatura.

L’acciaio viene trattato in forza di un prezzo base da cui partire, pur sapendo che rappresenta una variabile. A questa base vengono aggiunti degli extra, si chiamano alloy e scrap che rappresentano degli addendi fissi. Non solo, il prezzo si determina anche diversamente se l’acciaio è ordinato direttamente in acciaieria con un contratto ritagliato per il cliente, o proviene da un magazzino centrale con costi diversi, sia di prelievo che trasporto.
Stabilite le debite premesse il sistema del prezzo è basato su un valore definito prezzo base che ha un andamento ciclico, di pertinenza del produttore che in questo momento (novembre 2009) è nell’ordine dello 0,90 euro per chilo a cui si aggiungono, a seconda dei casi, quattro tipologie di extra:

a) extra stock, il cui valore è definito in ambito internazionale e specificatamente nell’area UE;

b) extra lega a seconda dello spessore, oggi è allo 0,32 per un144 mm e di 0,30 per più alti;

c) extra rottame pari a 0.02 per kg;

d) spese di trasporto;

La definizione del prezzo extra è su base mensile per il rottame e trimestrale sulle altre tipologie. Sul piano più generale lo scopo di questo rapporto è quello di saper utilizzare le informazioni macro nel singolo contesto, ovvero non specializzarsi eccessivamente, in quanto ciò che accade in un ambiente è sempre influenzato dal contesto più generale.

Un errore di fondo di molti ambiti produttivi, è dimenticarsi del quadro generale. Con questo spirito, vengono forniti gli andamenti di mercato sull’acciaio, anche se non specifici nel mondo degli stampi. Il concetto è intuitivo, al calare o crescere di determinati valori pilota, possiamo tradurre le tendenze di prezzo nei prossimi mesi.

Per le billette black sea, prende corpo l’atteso ripiegamento dei prezzi che conferma l’esaurimento della fase di crescita avviatasi nello scorso mese di marzo.

Le curve cicliche confermano l’inversione di tendenza che appare destinata a proseguire, delineando così la fase negativa del ciclo corrente. Il potenziale ribassista delle quotazioni medie prefigura il raggiungimento dell’area 350-340 US$.
Sulle billette far east, i prezzi medi invertono la loro direzione, esaurendo la fase positiva del ciclo corrente. Il cambiamento di direzione delle curve cicliche attesta l’avvio della fase negativa del ciclo corrente: si prospetta pertanto il proseguimento della dinamica declinante, che appare diretta su un’area compresa tra 360 US$ e 500 US$.

Sui laminati mercantili si segnala il proseguimento della fase negativa, destinata a riportare le quotazioni medie intorno ai minimi di aprile.

I coils a caldo indicano quotazioni medie avviate verso la fase negativa del ciclo corrente, proseguendo nel moto ribassista avviatosi il mese scorso. Le curve cicliche accompagnano il movimento declinante dei prezzi, diretti verso i 460-450 US$.

L’evoluzione corrente black sea, indica che prosegue il movimento declinante dei prezzi medi, orientati al raggiungimento dei 450 US$. Le prospettive, analizzando la posizione delle curve dell’indicatore ciclico, sancisce il definitivo esaurimento della precedente fase positiva, prefigurando quella negativa diretta verso quota 450 US$.

Infine sulle lamiere prende corpo l’attesa correzione dei prezzi di tutte le categorie di lamiera conseguentemente al ripiegamento delle quotazioni dei coils. Si prospetta pertanto la continuazione della fase negativa del ciclo iniziato nello scorso mese di maggio.

La conclusione a questo punto è “semplice”: i prezzi dell’acciaio hanno una tendenza calante.

Alluminio
In termini di valore il prezzo dell’alluminio era 6 anni fa 1.532,5 dollari la tonnellata quando al 23 novembre 2009 quota 1.938 dollari. L’apprezzamento è pari al 26,46% nel corso di questi anni, quindi il 4,41% all’anno. Alla luce di questi dati l’alluminio è da considerarsi un metallo sicuro per stoccaggi di magazzino. Sul piano più generale, osservando quanto accade sul lato della produzione, va segnalata in forte riduzione di quella statunitense. Nei primi 10 mesi dell’anno 2009 la produzione di questo metallo negli USA, è calata del 35,4% rispetto al 2008 attestandosi a 1.746 milioni di tonnellate. Questo particolare s’inserisce in un piano più complesso che vede la ripresa, non solo sul piano generale, ma specifico per l’alluminio, solo nel prossimo 2011. Chi lo afferma e è il rapporto presentato dall’Osservatorio dell’Alluminio a Montichiari, (Brescia) in fine ottobre, in previsione della biennale espositiva Metef-Foundeq che si terrà, nella stessa area, nel corso del 2010. Concludendo si può pensare come prosegue la fase di assestamento del future tre mesi sull’alluminio che abbandona la dinamica rialzista. Appare quindi verosimile considerare la quotazione in un range entro i 1.743 – 2.375$ che dovrebbe incapsulare l’escursione del metallo nel breve periodo. Si suggerisce di dilazionare gli acquisti programmati e d’anticipare le coperture solo in caso di rialzo oltre quota 2.375$.

Rame

In termini di valore il prezzo del rame era 6 anni fa 2073 dollari la tonnellata, al 23 novembre quota 6904 dollari. L’apprezzamento è pari al 233,04% nel corso di questi anni, ovvero il 38,84% annuo. Non serve impiegare altre parole per segnalare quanto il prezzo del rame sia tornato privo di riferimenti credibili rispetto ai fondamentali.
Comunque, per parlare di rame bisogna anche distinguere tra quanto accade dentro e fuori la Cina. Non perché questo mercato sia quello di riferimento mondiale, ma solo perché è dove si spende di più per tesorizzare la materia prima. Non va dimenticato quanto la Cina sia ancora e solo una piattaforma produttiva di export verso l’Occidente. In pratica sono stati lì concentrati i livelli produttivi occidentali, ma è ancora una piazzaforte coloniale che produce per altri. Sarebbe diverso se avesse un mercato interno, ma così non è essendo il paese del tutto poverissimo in idee e prospettive. Chiarito cosa sia a tutt’oggi la Cina, in riferimento al rame, va sottolineato come il mercato mondiale (fuori dalla Cina) sia andato in deficit di metallo nel secondo e nel terzo trimestre, perché la tradizionale eccedenza di catodi è stata interamente assorbita dal più grande paese del continente asiatico.
Considerato che il rame ora quota alla borsa di Shanghai sistematicamente 100-200 dollari in meno la tonnellata, rispetto al LME, le importazioni cinesi si sono ridotte e così rimarranno nel prossimo futuro. In questo modo il Commodities Research Unit, stima un’eccedenza per l’ultimo trimestre di quest’anno a quota 300mila tonnellate. (al netto del fermo produttivo nella miniera australiana della Bhp Billiton, per un incidente meccanico che costerà 70mila tonnellate in meno e che sarà riparato per fine marzo)
Considerata conclusa l’ipotesi che i cinesi rivendano sul mercato il metallo accatastato, le proiezioni di prezzo del rame per i prossimi mesi sono per un calo di prezzo, dato il surplus e l’assenza di ingenti acquisti cinesi. Queste considerazioni offrono una risposta a quei timori di più operatori, che in fine estate, avevano pensato a un rilancio del metallo conservato dai cinesi per lucrare sulla differenza.
Se la proiezione è per una non sostenibilità degli attuali corsi, va rilevato quanto sui premi ci sia ancora da discutere. La statale cilena Codelco, che va ricordata come l’operatore numero uno del mercato, ha alzato il prezzo a 75 $/tonn. per il 2010 che si va ad aggiungere a quello normale settlement LME. Questo aumento si applica alle forniture al Giappone. A ottobre, la Codelco lasciò invariati i premi a quota 80 $/tonn. per l’Europa. Manca ancora una decisione sulla Cina. Questo fermento sui premi, in controtendenza con i prezzi attesi, dimostra quanto il mercato sia ancora alla ricerca di una stabilità.

Prospettive sulla grafite
Le grafiti, utilizzate nel settore deglistampi, sono in tutto di 9 tipi e rientrano nel tipo isotropico. Derivata da un processo di sintesi del petrolio, il cilindro compatto di grafite richiede un iter tra estrazione e lavorazione di 6/8 mesi, il che significa che risente delle quotazioni del greggio con 1 anno di ritardo. Le prospettive di prezzo, nei prossimi mesi saranno pertanto “stabili”, in quanto i produttori italiani sterilizzeranno gli aumenti del prezzo del petrolio sulla grafite, in quanto il mercato non è in grado d’assorbire aumenti di costo. Questa strategia è degna d’essere sottolineata come alto senso di responsabilità da cui trarre esempio.

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