Marketing che bella lezione ricevuta da un negoziante milanese sotto Natale.
Mi son fermato, nel centro di Milano, a guardare con interesse una vetrina di un negozio d’abbigliamento. A dir la verità non si tratta di un negozio qualsiasi, ma di un gran nome famoso nella città che si è ridotto ad essere un piccolo negozio da grande com’era nei decenni scorsi.
Il proprietario, dall’interno del suo esercizio, mi vede ed esce fuori, in strada, invitandomi ad entrare. Titubante, accetto.
Inizia a quel punto una minuziosa descrizione di prodotti che passano dalle mutande da uomo in bamboo (tali che assorbono maggiormente il sudore) alle federe per cuscini collaudati dalla NASA nelle più missioni nello spazio. Non solo, si prosegue anche sui calzini da uomo a un prezzo conveniente rispetto ai paritetici “Gallo” sia come materia prima sia per foggia. Di ogni prodotto il proprietario del negozio descrive i criteri di scelta o di produzione con annesse comparazioni. Mamma mia che bello essere così partecipe alla genesi e sviluppo del bene.
L’acquisto non c’è stato, ovvero come sono entrato sono anche uscito senza aver comprato nulla pur avendo apprezzato la presentazione. Il motivo del non acquisto è semplicemente riconducibile alla scarsità di denaro che invece sarebbe stata necessaria. Mi spiace non sono ricco o tale da poter procedere a comprare per simpatia e partecipazione.
Ciò non toglie che l’iniziativa del negoziante d’uscire fuori dal negozio per “portare dentro” gli ipotetici potenziali clienti sia valida, encomiabile e da replicare.
Il fatto che oggi non abbia acquistato, non vuol dire che non possa tornare in altre occasioni con una cifra messa da parte appositamente per “vendicare” la precedente volta. Si stabilisce una sorta di feeling con il negozio per cui non è più “una vetrina”, ma un punto di riferimento. Un qualcosa che mi “ronza” nella testa a cui tornare. Ecco il successo del marketing applicato.