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Made in italy, finalmente lo stop dagli Usa

by Giovanni Carlini
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Made in italy; finalmente uno stop dagli Usa

Made in italy fermato; era ora! Come noto, dagli Stati Uniti, si è concretizzato un fermo al made in Italy. In realtà il blocco riguarda tutte le merci non americane. Era ora!

Finalmente un paese occidentale prende coscienza di un errore. Il libero mercato NON funziona in eccesso d’immigrazione e disoccupazione. Chiunque abbia affermato il contrario ha sbagliato! 

Il libero mercato sviluppa la sua efficacia se i singoli paesi stanno bene. Nel caso questo “star bene” sia compromesso, non funziona più. Prima di discutere di libero mercato o di società aperta (altra cretinata) serve risolvere un problema.

Il problema è: quanta disoccupazione e immigrazione tollera la democrazia?

Questo aspetto non lo vuole trattare nessuno. Ecco che il made in italy non va risolto in termini di quote d’esportazione. In realtà è un problema sociale e politico. Si scrive made in italy, ma si pronuncia formula di convivenza. In termini pratici come si potrebbe assicurare un futuro alle esportazioni italiane negli Stati Uniti? Molte volte su questo argomento ci si è soffermati. Avere la pretesa di produrre in Italia ed esportare negli Usa, è ormai fuori tempo. Assurdo. Il punto è un altro: quanta mano d’opera americana viene utilizzata nel prodotto italiano esportato? Ecco la formula magica per risolvere il problema. Finalmente si è capito che l’import non può danneggiare permanentementre una società. Nel qual caso va fermato! E’ quanto accaduto.

Gli imprenditori italiani se volessero restare negli Usa devono aprire sedi estere. Solo il completamento del ciclo di produzione nel territorio degli Stati Uniti permette di restarci. Del resto la Barilla e la Fiat non hanno fatto così? Perchè quindi scandalizzarsi? 

Non credo sia un ragionamento complesso. Del resto lo Stato Italiano da anni, attraverso le Simest, aiuta le PMI italiane. Perchè restare pigramente ostinati nelle vecchie logiche di mercato aperto?

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