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Louis Dumont capitolo 7 i valori e le idee/2

by Giovanni Carlini
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Louis Dumont, capitolo 7, i valori e le idee/2

Termina qui la raccolta dei riassunti dedicata a Louis Dumont per singolo capitolo dal testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO. La parte qui descritta richiede sia letta il barrato 1 dello stesso capitolo pubblicato giorni fa. Lo studio svolto a favore di Louis Dumont ruota intorno a un concetto.  Dopo la Brexit e la connessa crisi dell’Unione Europea, cosa sta accadendo? Quali concetti vanno recuperati passando dalla Ue1 alla Ue2? Non solo, ma è particolarmente curioso osservare come l’Occidente sia incapace di difendersi dall’attuale invasione d’immigrati clandestini. Perchè il ricco e potente Occidente si scioglie di fronte ai problemi esistenziali? Siamo riusciti a confondere i diritti civili (concetti e idee) con gli orientamenti sessuali. Ne consegue una iper valutazione d’importanza su un problema di confusione delle emozioni che ha natura patologica. Se non è questa una crisi dei valori! Ci si lamenta della Brexit? Ma la messa in discussione della Ue è il minimo! Donald Trump alle presidenziali statunitensi va considerato come la logica risposta a un’epoca confusa. E ancora le risposte non sono per nulla terminate, anzi!

Louis Dumont come antropologo e sociologo ci insegna a capire.

Ecco una sintesi già pubblicata nel riassunto al capitolo 7.

Ora è possibile capire perchè l’Occidente è incapace d’esprimere un giudizio verso le altre culture e in particolare sull’invasione da immigrazione clandestina, che caratterizza questi ultimi anni al ritmo di 1,3 milioni di persone all’anno nella sola Italia.

Abbiamo smesso d’avere idee e ci siamo rifugiati nei solo valori.

Nella precedente prima parte del riassunto sono stati chiariti alcuni punti che sono:

  • il mondo antico visse nell’unità e quindi per le idee;
  • il mondo moderno vive nei distinguo. Questo vuol dire aver relativizzato le idee a valori. Tutti hanno “ragione” rinunciando al giudizio;
  • diversi studiosi hanno cercato d’applicare la GERARCHIA ai valori. Per far questo è stato cercato il “valore di riferimento”;
  • non solo, ma inutilmente sono state confrontate più culture (5 in tutto);
  • l’utilizzo dei VALORI al posto delle IDEE “salva” l’antropologia dall’imbarazzo d’esprimere giudizi.

In un mondo dove nessuno esprime giudizi, siamo a posto! Questo è il mondo contemporaneo.

Riprendendo il filo del riassunto, Dumont offre anche un altro punto di riferimento. Oltre all’uso dei valori per relativizzare le idee, Kant riuscì per primo a capire un concetto fondamentale; LA SEPARAZIONE TRA UOMO E NATURA. Prima di Kant l’uomo si è sempre mosso in armonia con la natura. L’era moderna porta alla ribalta la personalità ma sganciandolo dall’armonia del mondo che prosegue per conto proprio. Il mondo e l’uomo non sono più collegati. L’uomo non è il proprietario della Terra ma solo un inquilino in transito.

Di fronte a questa netta divaricazione accorre la cultura tedesca. Come spiegato nei diversi capitoli riassunti, la Germania si pone in Europa in forme diverse. Di fronte ai francesi che restano espansivi ma teorici, i tedeschi sono pragmatici e concreti. Detto in altri termini i tedeschi seguono una mentalità olistica della società, dove la somma dei suoi elementi vale di più delle singole parti. Tutto sommato si può dire che il conservatorismo dell’est Europa inizia in Germania. Ecco perchè più studiosi hanno visto nel nazismo e nel comunismo una radice comune. Certamente i tedeschi, sin dalla Riforma di Lutero, sono culturalmente diversi.

Chiarito il concetto della SEPARAZIONE TRA UOMO E NATURA, il dramma prosegue nella distanza che c’è (oggi) tra l’essere e il dover essere. Immagine e forma! Chi siamo e cosa appariamo agli altri? Da qui nasce tutto il discorso della moda come mascheramento sociale.

Nel tentativo di ricreare la coesione tra uomo e natura si sono affermate 3 correnti:

  • una radicale che cerca l’annullamento dei valori;
  • una che cerca di mischiare reale con finzione;
  • una terza che cerca nella religione sbandando in politica le soluzioni. Ovviamente in questo caso si parla di dittatura sia del tipo comunista che nazista del tutto parificate in questa ricerca.

Dagli studi di Karl Pribram, già presentati precedentemente, per smussare l’idea di dittatura si chiama in causa Ferdinand Toennies. Toennies è famoso in sociologia per diversi concetti:

  • la distinzione tra comunità e società. La comunità è un valore ristretto che protegge. La società è un ambito grande dove l’essere umano si perde e non è difeso.
  • l’aver definito la priorità della natura sull’uomo come Naturwille. Più specificatamente si tratta di volontà naturale spontanea;
  • l’aver definito la priorità dell’uomo sulla natura come Kurwille. Più specificatamente volontà arbitraria umana, non condizionata dalla natura.
  • in realtà ci sarebbe un 4° concetto importante. Toennies non si è limitato alla sola distinzione tra comunità e società. In realtà per il sociologo tedesco, in ogni gruppo umano c’è sia una parte di comunità che di società. Su questo specifico passaggio s’inserisce Dumont. Lo studioso francese concorda a patto che ci sia un sistema gerarchico che consente di re-introdurre l’olismo nelle società individualistiche.

Qui Dumont lancia un profondo pessimismo nel dialogo tra culture.

Riportando le sue parole scritte a pagina 276: come possiamo costruire un ponte tra la nostra ideologia moderna che separa i valori dai fatti e le altre ideologie, i cui valori sono immanenti nella concezione del mondo?

Per Dumont spetta all’antropologia cercare il collegamento riducendo la distanza tra moderno e antico.

Qui l’autore torna sul famoso ragionamento di Robert Hertz sulla differenza tra mano destra e sinistra. Certamente le mani sono diverse ma integrate e gerarchicamente contrapposte. 

Dal ragionamento mano destra/sinistra gli occidentali cercano soluzioni in ambito di Kurwille mentre le altre culture sono vicine alla Naturwille. Questa profonda differenza si ritrova anche nella concezione del bene e del male. Discutendo sul terremoto di Lisbona,

  • per Leibniz il male fa parte del bene. Un mondo perfetto include entrambi e pone sotto controllo il male.
  • per Voltarie esiste il mondo del male e quello del bene. Quando si sta male si sente solo il male e non altro.

Hanno ragione entrambi.

Ancora una volta Louis Dumont riprende il concetto di gerarchia per porre ordine anche tra il bene e il male. Per l’autore la gerarchia ha 3 aspetti in questo contesto:

  • inglobamento del contrario;
  • è consentita l’inversione tra gli elementi;
  • la sua applicazione è “segmentata” ovvero mai assoluta e semplicistica.

Si fa strada la mentalità riconducibile alla GRANDE CATENA DELL’ESSERE di Arthur Lovejoy. L’idea è considerare l’intera umanità collegata in un sistema gerarchico come gli scalini di una scala. La distanza tra un piolo e l’altro sarà minima seppur comprendendo tutti. Unendo la grande catena dell’essere e il bisogno di gerarchia, Dumont arriva all’ideologia come sistema d’idee ordinato.

Nel concetto di ordine, Dumont richiama i nuovi studi d’antropologia che includono il rapporto con i morti nella dimensione sociale. Nel momento in cui il culto dei morti ha una sua rilevanza sociale questa va considerata nel comportamento umano. L’osservazione è acuta e intelligente.

Tornando alle differenze tra culture si nota come:

  • in Occidente lo schema sociale si basa sulla relazione tra uomini e cose. Questo stadio comportamentale evolve nell’individualismo. Il riconoscimento dell’individuo, come parte viva della società, richiede che venga concesso IL LIBERO ARBITRIO ovvero la libertà di coscienza;
  • nelle altre culture e quelle antiche tutto gravitava e grava nella relazione tra uomini.

Qui l’affondo “crudele” di Dumont.

Nel momento in cui l’Occidente riconosce la libertà di coscienza all’individuo (Kurwille) e questo si muove libero in una società priva di riferimenti, cosa produce?

Ecco l’incongruenza. Un mondo libero, completamente libero che toglie gli strumenti di lavoro all’uomo, privandolo della possibilità di costruire.

La crisi dell’Occidente è tutta contenuta in queste parole. 

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