Louis Dumont dedica il capitolo 5 del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO a Marcel Mauss
Prosegue lo studio del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO. Il capitolo 5 è dedicato a Marcel Mauss (1872-1950). Dumont è stato allievo del prof. Mauss. Oltre un tributo al proprio insegnante, il capitolo 5 vuole essere una pagina nuova per la sociologia e antropologia. Mauss è nipote di Emile Durkheim (1858-1917) uno dei padri fondatori della sociologia. Però mentre Durkheim è rimasto un teorico, Mauss si è distinto per la ricerca sul campo. Assistiamo quindi a un’evoluzione della sociologia che transita dal teorico al pratico. Grande sarà la delusione di Mauss quando al cospetto di dati reali la teoria non cambierà.
Per innovare la sociologia, Marcel Maus parte dall’antropologia. In pratica si studia l’antropologia per rinnovare la sociologia. Qui avviene una novità.
L’antropologia classica ha saputo spiegare l’evoluzione del genere umano dallo stadio selvaggio a quello moderno. Significa che i popoli primitivi, compresi anche quelli cannibali, sono stati considerati in uno stadio di civiltà inferiore al nostro come occidentali. Questo è l’insegnamento dell’antropologia classica.
Marcel Mauss tenta e riesce a modificare l’impostazione. Da un’antropologia diremmo verticale, dove si pongono in gerarchia i diversi stati della civiltà, Mass propone una linea orizzontale. La nuova antropologia “orizzontale” ritiene tutte le società uguali.
Dove sono le conseguenze? Facile a dirsi. Quanto accade in Europa nel 2016 è frutto di questa modifica nel pensiero antropologico. Brexit, la probabile svolta a destra dell’Austria, ma anche l’effetto Trump negli Usa, emergono nel rifiuto di considerare l’immigrazione clandestina come una civiltà pari a quella Occidentale. Le 9 civiltà del mondo sono uguali? La globalizzazione, per necessità di consumo e produzione punta all’uguaglianza. I fatti sono diversi. In realtà basterebbe osservare il ruolo della donna nella società.
Le persone, nel mondo, non sono affatto uguali. Certamente lo sono sul piano biologico e chimico, ma non su quello culturale e di mentalità. Oggi si è forzatamente confuso il piano fisico e medico con quello culturale. Gli esseri umani sono uguali per avere 4 arti e una testa con occhi e orecchie, ma profondamente diversi in usi, costumi, cibo, abiti e modo di vivere. Eliminare le diversità (puntando al consumo di massa) esprime uno dei problemi più gravi che l’Occidente sta soffrendo in questi anni. Infatti la trasformazione dell’antropologia da uno studio verticale e gerarchico delle società a uno orizzontale, come richiesto e ottenuto da Marcel Mauss, ha aperto la crisi d’identità dell’Occidente.
Ridurre Mauss a una critica degli effetti che si stanno vivendo in Europa nel 2016 è però troppo severo.
L’innovazione sociologica di Mauss consiste nel chiedersi chi siano le persone che si stanno studiando, cosa facciano e dove si trovino. Questo contestualizzare lo studio ruota intorno a un FATTO SOCIALE TOTALE. In pratica si desidera cogliere l’atto sociale nella realizzazione e consumo o celebrazione d’eventi simbolo e particolarmente significativi nella vita della comunità. Qui Mauss è veramente geniale, perchè da sociologo delle religioni, si concentra su fatti speciali e importanti che sono: IL SACRIFICIO, IL DONO, LA CONDANNA.
Pur essendo questi concetti tipicamente d’estrazione religiosa, Mauss li studia in forma trasversale tra culture e non più in forma monografica come prima nell’antropologia classica. Così detto si può pensare a un prima e un dopo. Prima di Mauss esistevano gli studi monografici per singola cultura, dopo Mauss si apre al confronto tra culture pur basandosi sulle analisi monografiche.
Va notato come i più audaci studiosi di marketing nella moda di oggi (a dir la verità molto pochi) siano pienamente coscienti del concetto di sacrificio e dono.
Quindi per Mauss lo studio sociologico dev’essere:
- calato sulla persona contestualizzata in un’era, cultura e geografia;
- studiato nell’atto di un fatto sociale totale;
- e tali atti possono essere il sacrificio, il dono e lo spirito e il senso della condanna.
Concludendo, va ricordato il bisogno di Mauss di poter osservare “il tutto” senza dimenticare i particolari.