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Louis Dumont – Capitolo 1: Genesi. Prof Carlini

by Giovanni Carlini
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Louis Dumont, scrivendo il testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO nel 1983 apre il primo capito che chiama Genesi 1 e s’interroga sull’origine della personalità.

Tradotto in termini pratici da dove nasce la nostra “autorità” nel dire “io penso che….”

Pensare di riepilogare il primo capitolo del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO dell’antropologo francese, Louis Dumont (1911-1998), fa tremare i polsi. Fortunatamente questo scritto non lo leggerà nessuno.

Il tema è semplice: la società Occidentale si fonda sul concetto di personalità individuale. Questa attitudine o capacità da dove emerge, quando è nata e perchè va apprezzata quindi utilizzata ai giorni nostri? In particolare esistono persone senza personalità? Quest’ultimo aspetto non è negli studi di Louis Dumont in forma esplicita, ma ne consegue come logica. 

Attenendosi al testo e al solo primo capitolo, chiamato Genesi 1, qui riassunto (letto 3 volte con una fatica enorme, anche perchè spesso l’autore, sottolinenando il concetto, lo dilata a dismisura; del resto sono un sociologo che si è avventurato negli studi di filosofia cercando un senso pratico.) Dumont si chiede se il concetto di personalità sia rintracciabile nella cultura classica, quella latina e romana per intendersi. La risposta è negativa. La personalità non è un frutto della cultura classica che va comunque considerata per 1 aspetto: la netta e profonda divisione tra il divino e il mondo reale.

 

CULTURA CLASSICA (greco e romana) 

Nella cultura greco-latina vige una severa differenza non colmabile tra divinità (l’Olimpo) e la Terra con la Polis. In questo fossato all’uomo che vuole evolvere resta soltanto la possibilità di vivere fuori-dal-mondo, in una dimensione ascetica e mistica, contrapposto a quello che vive dentro la società, irrecuperabilmente umano. 

Intorno a questo punto si sviluppa l’intero capitolo Genesi 1.

Abbiamo quindi 2 figure di umano. E’ uomo quello che vive dentro la società dotato si senso pratico, che è reale, sbaglia e si rialza, ma senza mai essere eccelso e profondo, quindi capace di pensare e produrre pensiero. E’ anche uomo colui  che vive fuori dalla società, in forma meditativa e contemplativa, quello che si avvicina a Dio, l’eletto, il sacerdote, quella persona che si estranea dai beni e dal potere guardando la società dall’esterno (questo sarebbe il vero politico a cui affidare il governo della città).

L’ideale, appunto l’uomo che vive fuori dalla società, sarebbe la base culturale o l’esempio a cui riferirsi per indicare concettualmente LA PERSONALITA’ (quindi la capacità di produrre pensiero). Ha personalità colui che ha un modello e lo persegue sganciandosi dalle misere cose del mondo. Ecco che l’epoca classica si caratterizza da una divaricazione netta tra chi è l’eccelso, l’eletto (colui che è fuori dal mondo) e la gente normale, i poveracci, tutti quanti noi che siamo nel mondo, secolarizzati impossibilitati ad avere un ruolo e con esso la personalità. Tale netta divisione si rivela anche nella cultura dell’India, così cara e presente negli studi di Louis Dumont. Certamente, però, l’aver focalizzato la differenza tra chi-è-fuori- dal-mondo e chi invece vi è dentro, indica la via concettuale da seguire per capire LA PERSONALITA’ da dove emerge. Stiamo parlando di religione, quindi di Chiesa e dei suoi rapporti con lo Stato.

 

CHIESA E STATO

Proseguendo l’impostazione che emerge dall’epoca classica, i rapporti tra Chiesa & Stato sono sempre stati fino ad allora antagonistici e in concorrenza se non completamente ostili, fino a quando il mondo non s’illumina con Sant’Agostino nel V° secolo d.C. Sant’Agostino chiarisce una volta per tutte che lo Stato è sottoposto alla Chiesa. Punto. Fine di tutti i ragionamenti. Ai fini degli studi sulla PERSONALITA’ quest’appropriazione della Chiesa verso lo Stato, indicando una sola autorità nel mondo (quella divina) introduce un passaggio che verrà sviluppato più tardi da Lutero e Calvino, nel frattempo restiamo al rapporto Chiesa-Stato.

Ovviamente gli Imperatori di quell’epoca non è che fossero contenti di soggiacere alla Chiesa fino a che il Papa Gelasio 1° in carica dal 1° marzo 495 con 2 scritti chiarisce una volta per tutte che Dio (vedi come la religione plasma ogni cosa) ha voluto 2 realtà per dirigere il proprio popolo: una regale (il Re) e un’altra spirituale (la Chiesa) che devono agire insieme per il bene comune, pur confermando il primato della seconda. Dalla chiarezza espositiva prima di Sant’Agostino e di Gelasio 1° dopo, nei successivi 400 anni in realtà sarà la stessa Chiesa ad elevare lo Stato a primo collaboratore (vedi Carlo Magno incoronato da Leone III) per sganciarsi dalla tutela dell’Impero d’Oriente, sempre più fossilizzato sulla divisione tra colui che-è-fuori-dal-mondo e chi ne è dentro. In pratica la Chiesa di Roma per liberarsi dall’Impero d’Oriente che mantiene la purezza assoluta, si avvicina all’ Stato, elevandone il ruolo e ottenendo il potere temporale.

Questo potere temporale della Chiesa è il secondo passaggio storico che avvicina finalmente lo Spirito e Dio ai fatti umani, cercando l’unificazione tra spirituale e realtà cosa che invece resta ancora rigidamente divisa in Oriente.

 

CALVINO E LUTERO

Louis Dumont si scusa con il lettore per il salto, nel tempo, dal 500 all’epoca di Lutero, (praticamente 1000 anni) però è qui, che nella critica estrema a una Chiesa ridotta alla vendita delle indulgenze (ormai un negozio) si riunisce finalmente Dio nell’uomo, confermando l’idea e modello di PERSONALITA’ che non è più da ricercare in nessuna terra di mezzo, ma dentro il cuore e l’anima (sporca come eccelsa) dell’essere umano. Calvino pensa di sviluppare il pensiero di Lutero, in realtà scopre un punto di vista completamente diverso, ponendo la volontà dell’uomo alla base del “salto del fossato”, ovvero di quella divisione che esiste tra Dio e gli uomini. La volontà d’essere migliore e di raggiungere Dio, fonda LA PERSONALITA’ che emerge così dalla riunione tra quell’essere-fuori-dal-mondo e chi vive la realtà.

Ultimo particolare: si definisce intramondana quella capacità di passare dal fuori-dal-mondo a dentro il mondo, trasformandolo con la volontà, per migliorarsi, assomigliando all’idea che Dio potrebbe avere dell’uomo. Come si nota, in questo scritto alla parola PERSONALITA’ si associa sempre di più quella di VOLONTÀ’, per indicare una donna e un uomo capaci di potersi esprimere quindi dotati di PERSONALITA’. 

Questo è solo il primo capitolo del testo SAGGI SULL’INDIVIDUALISMO. Grazie Louis Dumont.

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